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Canone Rai, non hai pagato? Ecco come ti scoprono

Solo l’Agenzia delle Entrate può accedere alle banche dati per verificare l’eventuale evasione del canone Rai e procedere poi alla successiva riscossione forzata tramite l’agente esattoriale.
A cura di Susanna Picone
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Con la legge di stabilità sono cambiate le modalità di riscossione e di controllo sull'evasione del pagamento. Anche se non esistono ancora circolari o pratiche varate dall'amministrazione finanziaria sulla base delle quali poter dare una risposta puntuale è possibile capire come avvengono i controlli sul pagamento del Canone Rai da parte dell'Agenzia delle Entrate. A riassumere come questo accade è il portale “laleggepertutti.it”. Il primo punto da affrontare, si legge, è quello del soggetto: chi fa i controlli è l'Agenzia delle Entrate. Il canone Rai è una tassa sul possesso di un bene, la televisione, come nel caso dell'Imu per la casa. Al pari dell'imposta sul mattone, quindi, il canone va versato anche se l'apparecchio resta spento o se viene utilizzato come monitor del computer o della consolle per videogiochi. Solo l'Agenzia delle Entrate può fare accesso alle banche dati per verificare l'eventuale evasione del canone Rai e procedere alla successiva riscossione forzata tramite l'agente esattoriale. Ma quali sono i comportamenti illeciti che costituiscono evasione fiscale? Com’è noto, da quest’anno il canone Rai viene riscosso con la bolletta della luce. L’unico modo per non pagarlo è quello di dichiarare, con l'invio dell'autocertificazione spedita telematicamente ogni anno entro i termini di legge, di non possedere una televisione. Naturalmente il contribuente che dichiara il falso commette illecito penale. Un secondo modo per non pagare il canone Rai è quello di intestare la luce a un familiare che già paga l'abbonamento.

I controlli fiscali sull'evasione del canone possono avvenire in due modi: o con controlli a campione o in tutti quei casi in cui sorgono fondati dubbi sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive. In questo caso, il confronto delle banche dati pubbliche, cui può accedere l'amministrazione finanziaria, rileverà l'anomalia. Per scoprire la falsa autocertificazione basta incrociare le banche dati di anagrafe tributaria, Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, Acquirente unico spa, ministero dell'Interno, comuni e “altri soggetti, pubblici o privati” come dice la legge. L'incrocio dei dati in ogni caso non potrà mai dare la certezza matematica della presenza della televisione in casa e solo l'effettivo possesso della tv fa scattare il presupposto di imposta e, quindi, l'evasione fiscale. L'unico modo per verificare se in casa sono presenti apparecchi “atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive” è l'accesso della Guardia di Finanza, che può avvenire solo a determinate condizioni di garanzia del contribuente e sempre dietro autorizzazione del procuratore della Repubblica.

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