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Camusso chiude le GdL: “Pagare poco i lavoratori non rende il sistema più efficiente”

Il segretario generale della CGIL chiude le Giornate del Lavoro di Lecce rilanciando il tema dell’equa e giusta retribuzione. E lancia un messaggio: “Non può essere un delitto tornare a parlare di patrimoniale”.
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A chiudere le Giornate del Lavoro di Lecce è ovviamente il segretario generale della CGIL Susanna Camusso, con due lunghe interviste, prima ai microfoni di Fanpage.it, poi dal palco di piazza Sant'Oronzo, al taccuino di Massimo Giannini. Il tema è sempre quello della "sfida per i diritti", che il sindacato affronta puntando sulla Carta dei diritti universali dei lavoratori e delle lavoratrici e su tre referendum, che in qualche modo integrano la proposta complessiva.

Ai nostri microfoni la Camusso ripete: "L'esplosione dei voucher era prevedibile, estenderne l'utilizzo è stato un errore, ecco perché a questo punto proponiamo un referendum per abolirli". Il punto è che dietro l'utilizzo dello strumento, che inizialmente serviva solo al lavoro occasionale, si nascondono ragioni diverse, furbizie e speculazioni degli imprenditori, che hanno un impatto "tremendo sulle vite dei lavoratori".

La questione voucher si inserisce nel dibattito sull'equa retribuzione, con la "riflessione" aperta dal Governo sulla possibilità di modifiche al meccanismo della contrattazione collettiva. Camusso parte però dal mancato rinnovo dei contratti e chiama in causa direttamente il Governo: "Basta solo guardare al rinnovo dei contratti nella Pubblica Amministrazione, per non parlare di altri ambiti dove invece la responsabilità è tutta delle aziende. Nel caso della Grande Distribuzione si raggiunge l'assurdo di contratti non rinnovati per colpa delle divisioni interne alle aziende". L'idea è quella dell'estensione erga omnes dei minimi salariali contrattuali, che diventerebbero il nuovo riferimento per la retribuzione "equa e dignitosa" del lavoratore.

Il problema, di carattere più generale, resta sempre quello di "ricostruire il diritto del lavoro, dopo gli ultimi 20 anni in cui è stato smantellato". E il segretario della CGIL parte da una constatazione:

Le ricette del Governo non convincono, anche perché non si ha "il coraggio di affrontare nodi strutturali" e ci si trincera dietro gli annunci. Come nel caso del Jobs Act, che per la CGIL è un passo indietro nel campo dei diritti ("Siamo in campo con la nostra proposta di referendum per abolire norme sui licenziamenti", spiega Camusso), e che ha messo in campo ricette che non funzionano:

Sul tema fiscale, poi, Camusso è chiara: "Il Governo faccia una vera e significativa riforma del fisco, invece di limitarsi agli annunci, e tenga dentro equità e diritti, se ne ha la forza". Poi, un passaggio su una questione da tempo oggetto di polemiche con il Governo (o meglio, con "i governi"):

Sulle pensioni, infine: "Le indiscrezioni sulla proposta "APE" del Governo non ci fanno sperare niente di buono. La verità è che la legge Fornero è iniqua e va cambiata. Devo dire che il contesto in cui è stata approvata, con lo scenario da incubo che ci era stato prospettato, forse ha influito molto sulla nostra capacità di mobilitazione. Ora quella legge dobbiamo cambiarla, per tutelare anche interessi delle nuove generazioni".

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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