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Cacciati come selvaggina in Africa, quattro bimbi albini ricevono nuove protesi negli Usa

Emmanuel e altri tre bambini albini della Tanzania, a cui erano stati amputati gli arti per realizzare rituali di stregoneria nella loro patria, hanno ricevuto delle nuove protesi in un ospedale degli Stati Uniti. Nei Paesi dell’Africa meridionale, però, la persecuzione nei confronti delle persone con albinismo non si ferma. Solo in Tanzania, tra il 2000 e il 2015, sono state assassinate 75 persone a causa della superstizione legata ai poteri magici del loro corpo.
A cura di Mirko Bellis
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Emmanuel e gli altri bambini albini curati negli Stati Uniti (Foto: Julie Jacobson/AP)
Emmanuel e gli altri bambini albini curati negli Stati Uniti (Foto: Julie Jacobson/AP)

A Emmanuel, un adolescente albino della Tanzania, alcuni criminali con un machete gli hanno amputato un braccio ma, nonostante la sua menomazione, continua a sorridere. Gli è appena stata installata una protesi che gli ha ridato l’uso dell’arto sinistro. Non è l’unica parte del suo corpo che gli è stata tagliata: al ragazzo mancano anche alcune dita della mano destra. Emmanuel è una delle tantissime vittime della superstizione che continua a persistere in alcuni Paesi africani.  In Tanzania, ma non solo, nascere albini può portare con sé una condanna alla discriminazione. E in molti casi il rischio è addirittura la morte. Le ossa e gli arti delle persone albine vengono vendute nel mercato nero per realizzare macabri riti di magia nera o per preparare filtri e pozioni che, si ritiene, portino fortuna e salute. Secondo un rapporto della Croce Rossa, gli stregoni arrivano a pagare fino a 75.000 dollari per il corpo di un albino.

“Quando sono arrivati la prima volta non parlavano molto. Erano molto timidi e impauriti”, ha affermato il dottor Scott Kozin, dell’Ospedale infantile Shriners di Philadelphia specializzato nel trattamento di ustioni, lesioni agli arti e al midollo spinale dei bambini. “Hanno fatto un lungo viaggio per essere curati ed è stato difficile conquistare la loro fiducia – ha proseguito il medico – ma a poco a poco hanno cominciato ad aprirsi. Nel nostro staff abbiamo anche uno psicologo e, grazie al suo aiuto, abbiamo potuto instaurare un buon rapporto con i ragazzi. Adesso si sentono come a casa”, ha aggiunto Kozin. Emmanuel è uno dei quattro adolescenti tanzaniani a cui sono stati collocati degli arti artificiali negli Stati Uniti. Il loro primo viaggio negli Usa risale a due anni fa ma sono dovuti ritornare per ricevere delle protesi più lunghe. La Global Medical Relief Found, una organizzazione no-profit di New York da anni impegnata ad aiutare i bambini rimasti menomati o ciechi a causa di guerre, disastri naturali e malattie, si è occupata del loro trasferimento e della spese mediche. “La prima volta che sono arrivati qui – ha dichiarato Elissa Montatti, la fondatrice dell’ente di beneficenza – ho subito pensato che prima di tutto bisognasse farli sentire sicuri, a loro agio. E così è stato finora”. “Adesso sono molto più tranquilli”, ha concluso.

Cacciati come fossero selvaggina

L’albinismo, un’anomalia congenita dovuta alla totale o parziale deficienza di pigmentazione nella pelle, negli occhi e nei capelli, colpisce una persona su 20.000 al mondo ma è molto più comune nell'Africa sub-sahariana. In Tanzania, dove un abitante su 1.400 è albino, tra il 2000 e il 2015 sono state assassinate 75 persone a causa della superstizione legata ai poteri magici del loro corpo. Queste le cifre ufficiali, ma si teme che possano essere anche di più. La loro persecuzione non riguarda solo la Tanzania: anche nei Paesi confinanti gli albini, bambini e adolescenti soprattutto, vengono rapiti e uccisi per il colore della loro pelle. Il 28 maggio, appena dentro il confine del Mozambico, Mayeso Isaac, un bambino del Malawi è stato rapito e poi ucciso da una banda armata mentre si stava recando a visitare alcuni parenti. Proprio in Malawi, dove gli albini sono poco meno di 10.000viene data loro la caccia come fossero selvaggina, secondo quanto ha denunciato Amnesty International in occasione della Giornata internazionale delle persone con albinismo celebrata il 13 giugno.

Sembrava che le misure di protezione adottate dal governo nel 2016 fossero state efficaci, poiché nel secondo semestre dell’anno non c’erano state uccisioni. Invece, da gennaio due persone albine (un ragazzo di 19 anni e una donna di 31) sono state uccise e molte altre avrebbero fatto la stessa fine se i tentativi di rapimento fossero andati in porto. Così, il numero delle persone con albinismo uccise nel Paese africano dal 2014 è salito a 20. Nello stesso periodo le denunce di tentato rapimento sono state 117. Ad accusare gli scarsi sforzi del governo di Lilongwe nel prevenire la persecuzione degli albini è anche l'Associazione delle persone con albinismo in Malawi (Apam). Secondo Boniface Massah, la coordinatrice nazionale di Apam, le autorità non fanno abbastanza contro coloro che attaccano e uccidono gli albini. “La sicurezza non è migliorata – ha detto ad Al Jazeera – ci sentiamo vulnerabili e da parte del governo non ci sono stati fatti concreti per proteggere la nostra comunità, ma solo parole”, ha concluso Massah.

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