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Caccia all’agenda rossa di Borsellino, spunta un nuovo filmato

I magistrati di Caltanisetta sono convinti che grazie al nuovo filmato riusciranno ad individuare la persona che trafugò l’agenda rossa del giudice Borsellino dalla sua borsa dopo la strage di via D’amelio.
A cura di Antonio Palma
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Nelle mani dei magistrati di Caltanisetta c’è un nuovo video risalente al 19 luglio 1992 quando fu ucciso il giudice Borsellino che potrebbe aiutare finalmente a far luce su chi abbia trafugato la famosa agenda rossa mai più ritrovata. Nel filmato, composto dalle riprese di diverse emittenti e di cineamatori subito dopo la strage di via d’Amelio, si vedono alcune persone con in mano la valigetta che i magistrati  stanno cercando di identificare. Il Procuratore Sergio Lari, che ha istituito il Borsellino Quater dopo la scoperta del colossale depistaggio, è convinto che dalle immagini acquisite si possa riuscire finalmente ad individuare il responsabile della scomparsa dell’agenda che il giudice Borsellino portava sempre con sé.  Secondo le prime indiscrezioni sembra che il principale sospettato sia un funzionario degli apparati di sicurezza che era sul luogo insieme a poliziotti e passanti.  La procura di Caltanissetta quindi sta esaminando gli album con i volti degli agenti in servizio a Palermo in quel periodo per capire se qualcuno di essi  appare anche nel filmato in possesso dei magistrati Lari, Nico Gozzo, Gabriele Paci e Stefano Luciani.

Durante l’udienza del processo Borsellino Quater sono stati riascoltati anche l'ex pm Giuseppe Ayala e il colonnello Giovanni Arcangioli, che erano sul luogo nei momenti successivi alla strage. Arcangioli, che in varie fotografie viene ritratto con la borsa del giudice poi ritrovata in macchina, è stato anche indagato per il furto dell’agenda e per falsa testimonianza, ma nel 2009 è stato prosciolto definitivamente. Il colonnello nelle nuove immagini si vede che parla accanto alla macchina di Borsellino con due persone in abiti civili e poi con alcuni sottufficiali dell'Arma. Il video è stato quindi mostrato ad Arcangioli che sembra aver riconosciuto i sottufficiali, ma non le persone in abiti civili. Arcangioli ha ribadito di aver dato la borsa a qualcuno dell’arma  ma non ricorda a chi. Il colonnello infatti ha sempre sostenuto che quando lui ha aperto la borsa di Borsellino “non c'era nulla di rilevante, e proprio perché non vi avevo trovato nulla di interessante investigativamente che non ricordo cosa feci della borsa dopo". Secondo i magistrati, invece dentro la borsa c’era l’agenda rossa contenete tutti gli appunti di Borsellino e mai più ritrovata.

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