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Brescia, 46enne senza lavoro denuncia lo Stato per “istigazione al suicidio”

Due settimane fa, aveva tentato di darsi fuoco in piazza San Pietro. Fermato dalla Digos, ha deciso comunque di continuare la sua battaglia perché “io da anni oramai non ho un mestiere, mi hanno umiliato, tolto la dignità”.
A cura di B. C.
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Lo scorso 11 febbraio era salito agli onori delle cronache per aver tentato di darsi fuoco sotto il colonnato di San Pietro, a Roma. A distanza di due settimane Salvatore Brosco dice di non essere pentito di quel gesto estremo, evitato solo grazie all'intervento della Digos. Anzi è convinto che  sarebbe stato "utile a risvegliare l'orgoglio del popolo stremato". Classe '68, disoccupato e con cinque figli e una moglie sulle spalle, Salvatore vuole continuare la sua battaglia. Come scrive infatti Brescia Oggi,l'uomo insieme agli amici di sempre, gli stessi coi quali era sceso in piazza a Roma per urlare la sua rabbia davanti a passanti e turisti esterrefatti, si è presentato in questura per denunciare lo Stato con l'accusa di "istigazione al suicidio".

Sì, ho denunciato chi mi ha portato alla disperazione – ha spiegato Salvatore -. Ho presentato un esposto denuncia in cui accuso lo stato di istigazione al suicidio. Del resto è colpa di chi ci sta governando se la mia vita e quella di milioni di persone è oramai senza senso e speranza. Io, però, combatto e non mollo. Vorrei solo fare un appello a tutti coloro che hanno pensato di farla finita per i debiti o per le difficoltà economiche. Solo combattendo uniti si può trovare una nuova strada".

Lo scorso 11 febbraio la questura di Roma, dopo quanto accaduto, gli aveva notificato il foglio di vita dall'Urbe per tre anni, dandogli la possibilità di lasciare la città entro 24 ore. "Ma io non avevo soldi – ha spiegato Salvatore -. Per questa ragione mi hanno consegnato un foglio in cui il comune di Roma mi avrebbe dovuto anticipare il denaro per il biglietto. Richiesta rifiutata e a me non è rimasto altro che salire su un treno e aspettare l'arrivo del controllore a cui, assieme alla Polizia ferroviaria gli ho spiegato il problema. Il risultato? Ho rimediato una multa di circa 300 euro…". Da qui la decisione di denunciare lo Stato. La richiesta ora è in mano ad un avvocato. E Salvatore chiederà aiuto anche a Papa Francesco."Voglio che il Pontefice capisca che non siamo malviventi ma persone comuni, stremate dai mille problemi che la vita ci ha fatto affrontare".

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