Badante uccide di botte il paziente malato: “Non riuscivo più a gestirlo”
Avrebbe ucciso di botte il paziente psichiatrico che seguiva perché “troppo difficile da gestire”. L'omicidio è avvenuto la mattina dello scorso 18 novembre a Torino, ma solo oggi . La vittima è un uomo di 54 anni, Tullio Cantore, originario di Avigliana (Torino) e residente nel capoluogo piemontese, in corso Belgio. Reo confesso è Manuel Antonio Fuentes Ramirez, badante peruviano di 53 anni, che avrebbe ammesso di essere esasperato dalle difficoltà di gestione del paziente. L’ha ucciso colpendolo a calci e pugni e gli ha provocato un’emorragia interna. Era stato lo stesso badante a denunciare il decesso dell’uomo, raccontando ai soccorsi che le lesione sul corpo erano dovute alle frequenti cadute, a causa del suo precario stato di salute (epilessia, psicosi ed altro).
In realtà dai primi accertamenti sul cadavere nessuno di quegli ematomi appariva essere la causa del decesso, ma con l'esame medico-legale è emerso che la morte era da attribuire ad alcuni eventi traumatici subiti dalla vittima a seguito di percosse ricevute. Ci sono voluti tre giorni prima che Ramirez Fuentes decidesse di confessare: “ho ucciso io. Ho perso la pazienza” ha detto davanti al gip Elena Ricci per l’interrogatorio di convalida dell’arresto dopo due giorni di carcere.
L’Asl aveva affidato il paziente psichiatrico al badante peruviano e alla sua convivente in cambio di poco più di mille euro. L’uomo ha però spiegato di non essere stato istruito dai sanitari su come gestire e accudire Cantore. “Ogni tanto venivano a fare delle visite” ha detto. Particolari che gli investigatori vorranno certamente approfondire.
