Attentati di Giacarta: arrestati tre sospetti terroristi
Un attacco organizzato con modalità in tutto e per tutto simili agli attentati di Parigi del 13 novembre, con esplosioni, scontri a fuoco tra terroristi e polizia e panico tra la popolazione. Il bilancio degli attentati di Giacarta di ieri è di sette vittime, cinque delle quali erano gli assalitori. La polizia ha chiarito che due terroristi si sono fatti esplodere mentre altri tre sono stati uccisi mentre cercavano di lanciare delle bombe. A rivendicare l'attacco è stato un gruppo legato allo Stato Islamico ed attivo in Indonesia, che ha reso noto di aver avuto come obiettivo agenti di polizia e turisti stranieri: "Un gruppo di soldati del Califfato in Indonesia ha colpito un ritrovo dell'alleanza crociata che combatte lo Stato islamico a Giacarta, attraverso diversi ordigni esplosivi e a quattro kamikaze che hanno attaccato con armi leggere e cinture esplosive", ha comunicato il gruppo in una nota affermando che negli attacchi vi siano stati 15 vittime, più del doppio rispetto a quanto riportato dalle fonti ufficiali. Secondo le forze di sicurezza indonesiane i terroristi si sono esplicitamente ispirati agli attacchi di Parigi mettendo in campo le stesse modalità d'azione ma fortunatamente provocando un numero sensibilmente più basso di vittime.
Nel frattempo la caccia ai responsabili sta dando i primi importanti frutti: il capo del distretto di polizia di Depok, colonnello Dwiyono, ha dichiarato al canale televisivo MetroTV che i tre uomini sono stati arrestati all'alba nelle loro abitazioni a Depok, nei dintorni di Giacarta. Il funzionario ha detto che gli arrestati sono sospetti miliziani e che in queste ore sono sottoposti a interrogatorio in quanto ritenuti collegati agli attacchi terroristici di ieri.
Erano le 12, ora locale, quando gli attacchi terroristici, apparentemente coordinati, hanno provocato il panico a Giacarta: gli attentati sono stati compiuti in una stazione di polizia, di fronte alla sede delle Nazioni Unite e in un caffè Starbucks.
