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Asti, omicidio tabaccaia: l’assassino ha chiuso a chiave e poi ha ucciso

Tra i cinque e i sette minuti: tanto è durata l’aggressione a Maria Luisa Fassi, la tabaccaia uccisa sabato ad Asti. Lo hanno stabilito gli inquirenti che indagano sull’omicidio che per adesso non sembra offrire davvero nessuna svolta.
A cura di Biagio Chiariello
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Proseguono le indagini per risalire all'identità del killer della tabaccaia di Asti, Maria Luisa Fassi, 54 anni, colpita e uccisa con 15 coltellate nel suo negozio. Mentre gli investigatori sembrano aver definitivamente abbandonato la pista della rapina, prende invece corpo l'ipotesi dello psicopatico: il killer è entrato con l'intento di colpire la donna. L’uomo avrebbe girato le chiavi della tabaccheria, per poi cominciare la mattanza. Nessuno però ha visto o sentito nulla, tutto si sarebbe svolto in un massimo di sette minuti e in una via molto trafficata della città, eppure nessuno ha visto l'assassino fuggire.  Al momento non c'è nessuna pista più perseguibile di altre", afferma il sostituto procuratore Luciano Tarditi, che ha aperto un fascicolo – per ora contro ignoti – con l'accusa di omicidio volontari.

L'inchiesta sulla tabaccaia uccisa ad Asti

L'inchiesta è svolta dai carabinieri del Comando provinciale di Asti, che ha istituito una squadra di investigatori dedicata al caso a cui collaborano anche i Ros. I militari dell’Arma stanno incrociando le testimonianze raccolte, una ventina, mentre prosegue l'esame dei filmati, 60 ore, delle telecamere. Alle indagini stanno collaborando anche i Ris di Parma. Loro dovranno analizzare un'impronta di una scarpa maschile disegnata col sangue e trovata all’ingresso del negozio. Intanto il comune di Asti si impegnerà ad isolare i rifiuti prodotti nel quartiere San Lazzaro. Si cerca il coltello con cui l'assassino avrebbe inferto i colpi. E in città non mancano le polemica sulla sicurezza: quello della tabaccaia è il terzo delitto nel giro di pochi mesi ad Asti, rimasta dallo scorso dicembre pure senza prefetto.

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