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Alfano: “Diaz capitolo chiuso, reato tortura non sia contro la polizia”

Le parole del ministro dell’Interno Angelino Alfano a un convegno sulla sicurezza: “Le nostre forze dell’ordine sono sane”.
A cura di Susanna Picone
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Due mesi dopo l’approvazione del reato di tortura è intervenuto sulla questione il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. A un convegno sulla sicurezza organizzato da Siulp e Fns-Cisl, il ministro ha detto che il reato di tortura “non deve essere concepito come un reato contro le forze di polizia”. “Il caso Diaz è un capitolo chiuso – ha detto Alfano tornato sul G8 di Genova dopo la condanna all’Italia della Corte di Strasburgo – la polizia è sana, è un corpo democratico che abbiamo difeso e difenderemo sempre”. Per il ministro dell’Interno, insomma, “non è giusto rievocare spettri del passato ogni volta che accade qualcosa che non va”. Al convegno sulla sicurezza Alfano ha fornito anche un po’ di dati: “Nei primi quattro mesi del 2015 l'indice di delittuosità nel nostro paese è calato di oltre il 15%. Si tratta – ha detto il capo del Viminale – di dati non consolidati ma indicativi di una tendenza alla diminuzione dei reati nel nostro paese. Non siamo soddisfatti e non lo saremo finché non vedremo calare ancora di più i reati”.

Il ministro Alfano sulle forze di polizia – Alfano ha parlato anche della riforma delle carriere all'interno del corpo di polizia: “Parlare di riordino delle carriere sa di passato – ha detto il ministro – stiamo pensando a una legge sul merito in polizia per dare la possibilità a chi è bravo di andare avanti e di avere delle prospettive di crescita all'interno del corpo senza avere la sensazione di un ‘tappo' oltre cui è impossibile andare. Vogliamo riorganizzare le carriere per premiare il merito e la qualità”. Il ministro ha inoltre aggiunto che bisogna “far lavorare la polizia e le forze dell'ordine e per farle lavorare bisogna dotarle di mezzi e risorse”. Dicendo questo Alfano ha sottolineato che il suo ministero non ha ridotto le risorse per le forze dell’ordine. “Non intendiamo disarmarle né dei mezzi né dello spirito”, ha detto ancora parlando delle forze di polizia.

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