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A Los Angeles riaprono le scuole, per l’FBI l’allarme terrorismo era una bufala

Per gli investigatori la minaccia di attacchi nelle scuole non era credibile. Il sindaco di Los Angeles difende la scelta di aver bloccato le attività.
A cura di Antonio Palma
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Dopo l'allarme bomba di martedì che ha coinvolto l'intera area del distretto scolastico della città statunitense, a Los Angeles questa mattina riprendono regolarmente le attività degli istituti scolastici dopo l'improvvisa chiusura a seguito della decisione delle autorità locali. Nella giornata di oggi infatti verranno riaperti gli oltre 1.500 edifici scolastici rimasti chiusi ieri per tutta la giornata. Dopo i controlli in effetti le forze di polizia non hanno trovato nessuna minaccia concreta di un possibile attentato così è stato dato il via libera alla riapertura delle scuole. L'allarme era scattato a seguito di una minaccia terroristica inviata via email al soprintendente scolastico Ramon Cortine da un indirizzo di un provider internet localizzato nella zona di Francoforte, in Germania, e definita in un primo momento dalla polizia locale come credibile. Secondo l'Fbi però la minaccia era assolutamente non credibile.

La conferma che si è trattato di un falso allarme è arrivata ufficialmente dal sindaco della città, Eric Garcetti, citando l'Fbi. Garcetti ha comunque difeso la decisione di chiudere tutte le scuole pubbliche del distretto e i controlli degli artificieri negli edifici scolastici. Del resto la email parlava di zainetti o altri pacchi lasciati in alcuni campus scolastici che avrebbero potuto contenere esplosivi oltre ad attacchi con gas. Il deputato democratico Brad Sherman, che ha affermato di aver visionato la mail, ha spiegato che l'autore si definisce "musulmano devoto" e di essere stato vittima di bullismo quando frequentava una scuola superiore di Los Angeles e che quindi per vendicarsi avrebbe nesso in atto l'attacco con 32 amici jihadisti. Sherman ha riferito  al New York Times che prorpio il numero di aggressori citati, il riferimento al gas nervino e il fatto che più volte la parola ‘Allah' non era stata scritta con l'iniziale maiuscola sollevavano molti dubbi sulla credibilità.

Le stesse minacce erano state inviate anche a New York ma la polizia della Grande Mela le aveva definite inattendibili. Il capo della polizia, William Bratton, e il sindaco della città, Bill de Blasio, hanno giudicano "esagerata" la reazione di Los Angeles, ma Garcetti ha ribattuto: "La decisione non è stata mia, ma l'ho sostenuta. È molto facile per le persone saltare alle conclusioni, ma abbiamo dovuto prendere una decisione in pochi minuti". Accertato che si trattava di un falso allarme comunque ora resta da stabilire il movente dietro l'invio del messaggio di posta elettronica.

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