10 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

A Corleone crolla il muro di omertà, imprenditore denuncia estorsione

Un imprenditore locale ha raccontato agli inquirenti gli anni di vessazioni da parte di Cosa Nostra facendo scattare quattro arresti.
A cura di Antonio Palma
10 CONDIVISIONI
Immagine

Per la prima volta crolla il muro di omertà che purtroppo da tempo regna nel territorio del boss mafioso Totò Riina: da Corleone arriva infatti la prima denuncia per estorsione. Un imprenditore locale vessato dalle richieste dei boss di Cosa Nostra, infatti, ha deciso finalmente di raccontare la sua odissea alle forze dell'ordine facendo scattare un blitz dei carabinieri che ha portato all'arresto di quattro esponenti dell'organizzazione criminale nel cuore della Sicilia. "Ogni mese ero costretto a versare il pizzo, quasi 500 euro" ha raccontato l'imprenditore disperato, sottolineando: "Alla fine ho dovuto chiudere una delle mie attività, perché non riuscivo più a pagare". Per questo l'uomo, un imprenditore che gestisce un autosalone e una rivendita di materiale edile, quando è stato contattato dagli inquirenti che indagavano sull'organizzazione criminale ha deciso di parlare facendo arrestare i nuovi boss.

Il blitz dei carabinieri

Il blitz dei militari dell'arma è scattato questa mattina all'alba tra i comuni di Corleone, Palazzo Adriano e Villafrati con l'impiego di decine di carabinieri, unità cinofile e un elicottero. L'operazione è partita a seguito di un'inchiesta coordinata dalla Dda di Palermo che ha permesso di smascherare i nuovi assetti di Cosa nostra a Corleone, Misilmeri e Belmonte Mezzagno e di scoprire una serie di estorsioni a carico di imprenditori e commercianti della zona. L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Sergio Demontis e Caterina Malagoli, è la prosecuzione di quella che nel settembre scorso azzerò i vertici della mafia di una fetta della provincia palermitana e ha fatto luce su diversi casi di estorsioni commesse ai danni di imprenditori e commercianti. "Ancora una volta è stato accertato come uno dei principali canali di sostentamento delle consorterie mafiose è rappresentato dal provento delle estorsioni” hanno spiegato gli inquirenti.

10 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views