610 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

13enne venduta a Venezia: violentata per dimostrare la sua illibatezza

La promessa sposa venduta a una famiglia macedone era costretta a subire delle violenze inaudite. La suocera aveva organizzato una festa con i parenti, in quella occasione suo figlio ha dovuto mostrare a tutti il lenzuolo “testimone” della sua verginità.
A cura di Susanna Picone
610 CONDIVISIONI
La promessa sposa venduta a una famiglia macedone di Marghera era costretta a subire delle violenze inaudite. La suocera aveva organizzato una festa con i parenti, in quella occasione suo figlio ha dovuto mostrare a tutti il lenzuolo “testimone” della sua verginità.

Si arricchisce di altri orribili dettagli la storia della ragazzina di 13 anni venduta per pochi soldi dalla sua famiglia ad un’altra macedone e da questi torturata, violentata e segregata in casa a Marghera, Venezia. La polizia ha arrestato, dopo aver avuto segnalazione dai cittadini veneziani, sia il promesso sposo della tredicenne che la madre di questo, una donna di 34 anni di nome Jasar Nermin (nella foto). Sarebbe stata proprio quest’ultima la principale responsabile di quanto la piccola ha dovuto subire: è emerso, infatti, che la “suocera” voleva dimostrare la verginità della donna che avrebbe sposato suo figlio, che non poteva che essere mostrata se non con la violenza sessuale.

La violenza sessuale e la famiglia che festeggia la purezza della sposa – La tredicenne, dopo essere arrivata in Italia dalla Macedonia (un viaggio di due giorni in pullman) è stata segregata in casa, maltrattata e dopo una decina di giorni violentata dal suo futuro marito che, a quanto pare, non la voleva nemmeno ma che per non disobbedire alla madre ha compiuto il suo “dovere”. È stata la suocera a organizzare una vera e propria festa, ha chiamato i parenti ai quali il ragazzo ha dovuto mostrare il lenzuolo che testimoniava la verginità della sposa. Un atto terribile che dopo essere stato compiuto ha visto parte della “famiglia” festeggiare in una stanza mentre la piccola piangeva sola nella stanza da letto.

segni torture tredicenne venezia

Torturata di giorno, quando a casa c’erano solo lo sposo e la suocera – A quanto pare gli altri membri della famiglia erano all’oscuro di quanto subiva la giovane: il capofamiglia, un operaio che vive a Marghera da circa sei anni, vedendo i lividi della ragazzina, l’avrebbe difesa scagliando la sua rabbia sul ragazzo mentre le stesse sorelle del futuro sposo non si erano accorte di nulla. La suocera e il figlio, infatti, non facevano che alternare le loro violenze alle minacce, la piccola non doveva parlare con nessuno. Tra l’altro la ragazzina veniva torturata sempre di giorno, quando in casa restavano solo i suoi due carnefici mentre la notte la obbligavano a restare in piedi con il volto verso la finestra. Se le sevizie sul suo corpo erano terribili, arrivavano ad immergerla vestita nella vasca da bagno riempita di sale per poi torturarla con delle scariche elettriche, era perché la giovane aveva tentato la fuga per sfuggire da quell’incubo.

610 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views