“Narvalo”, “Pecora” e “Clamidia”: gli infermieri condividono i nomi per bambini più strani sentiti in reparto

C’è chi cerca originalità e chi vuole distinguersi a tutti i costi. Ma quando si tratta di dare un nome a un figlio, il confine tra creatività e stravaganza può diventare molto sottile. È quello che ha scoperto Victoria, un’infermiera americana della Florida, che ha lanciato su TikTok una semplice richiesta: "Raccontatemi i nomi più assurdi sentiti nei reparti maternità". La richiesta ha immediatamente attirato l'attenzione di tantissimi medici e infermieri – ma anche insegnanti e impiegati degli sportelli a contatto con il pubblico – che hanno condiviso le loro esperienze con nomi (e talvolta cognomi) talmente strani da sollevare qualche riflessione sulla necessità di non farsi trascinare troppo dalla creatività quando si tratta di dare al proprio figlio un "marchio" che lo connoterà per tutta la vita.
Un trend virale nato per gioco
Victoria lavora come infermiera nel reparto di terapia intensiva neonatale e lo scorso maggio 2025 ha pubblicato un video su TikTok che aveva realizzato per combattere la noia di un turno scarico, senza troppo da fare. Nel post chiedeva a colleghe e colleghi – ma anche a insegnanti e operatori sanitari – di condividere i nomi più "fuori di testa" mai assegnati a un neonato. "Non intendo nomi particolari – scriveva – ma nomi che farebbero svenire l’impiegato dell’anagrafe".
Il goloso invito non è certamente rimasto inascoltato. Centinaia di utenti si sono catapultati a rispondere con aneddoti al limite del credibile, suscitando l’interesse di media e pubblico. "Alcuni nomi erano davvero incredibilie", ha poi raccontato la stessa Victoria al sito TODAY.com. A differenza di quanto accade in Italia o in altri Paesi europei, negli Stati Uniti non c'è infatti una legge che vieta l'utilizzo di nomi troppo fantasiosi o bislacchi che potrebbero causare imbarazzo o ledere la dignità del bambino. I genitori americano sono quindi libero di sbizzarrirsi, come lo stesso Elon Musk, che ha chiamato alcuni dei suoi numerosi figli X Æ A-12, Exa Dark Sideræl e Tau Techno Mechanicus.

Quando la fantasia supera ogni limite
Tra i nomi più eccentrici comparsi sotto al post di Victoria spiccano molti nomi combinati per i gemelli. Qualcuno ha raccontato di una coppia di fratello e sorella chiamati "Brock Lee" e "Callie Flower", la cui pronuncia in inglese suona drammaticamente simile a quella di broccoli e cauliflower” (broccoli e cavolfiore). Un’altra mamma avrebbe chiamato i suoi due neonati "Abracadabra" e "Alacazam", con chiaro riferimento a due celebri vocaboli comunemente associati all'evocazione di poteri magici. Una terza utente ha invece riportato di altri due gemellini, "Reign" and "Beau", che se letti insieme suonano come rainbow, "arcobaleno". C’è poi chi, con meno ironia e più convinzione, ha registrato i figli come "Lucifer" o "Messiah", nomi carichi di simbolismo e spesso controversi.
Creatività o incoscienza?
Altri nomi citati dall'infermeria sfidano invece ogni logica: "Narwhal" (come il narvalo, cetaceo artico con il lungo corno che spunta dalla fronte), "Sheep" (letteralmente, "pecora"), Phelony (che suona come felony, vocabolo che in inglese definisce un grave reato), o "Chlamydia" (proprio come la malattia sessualmente trasmissibili. Tra i più surreali anche terrificanti combinazioni con i cognomi come "Frijoles Guacamole" (fagioli e guacamole), "Mary Christmas", "Canon Ball" ("palla di cannone") o "Russell Mania", la cui pronuncia è identica al celebre evento di wrestling WrestleMania.
Immancabili poi i nomi ispirati a marchi e brand di lusso: una maestra ha per esempio raccontato di aver avuto in classe tre gemelli chiamati "Lincoln", "Mercedes" e "Bentley", mentre un’altra ha incontrato i gemelli "Bert" e "Ernie", come i pupazzi del Muppet Show.
Ironia sì, ma anche rispetto
Molti operatori sanitari, pur mantenendo il tono leggero del racconto, hanno però sottolineato come certe scelte possano avere conseguenze sulla vita futura dei bambini. "Abbiamo persino un libro dei nomi peggiori – ha ammesso un’utente – dove annotiamo quelli che ci lasciano senza parole. Ma lo facciamo con discrezione, senza giudicare".