Madre sommersa di critiche per il nome scelto per la figlia: “Da grande dovrebbe farti causa”

Aubree Jones è un'influencer – anzi, una mumfluencer – che da anni macina like e visualizzazioni raccontando sui social la vita della sua famiglia extra-large con ben sette figli, l'ultimo dei quali nato pochi giorni fa, che spesso sono i veri protagonisti delle gag e degli sketch di vita quotidiana che la donna posta con costanza. Quando è però arrivato il momento di annunciare ai follower il nome della nuova arrivata, l'influencer non immaginava che quel momento di festa si sarebbe trasformato in un piccolo caso mediatico.
Jones, che nei suoi video mostra un certo gusto per la teatralità, ha infatti dedicato ben due clip al name reveal per la sua bimba. Nel primo contenuto, i fratelli e le sorelle della piccola hanno sfilato travestiti da personaggi Disney – dall'ippopotamo di Fantasia a Winnie the Pooh, passando per la fata Smemorina, Cenerentola, la Regina Cattiva di Biancaneve e la principessa Aurora de La Bella Addormentata nel bosco – mentre nel secondo, la neonata è stata ripresa tra due pupazzi Disney, con un paio di orecchie da Topolino sulla testa. In entrambi i casi, la scenetta si conclude con il celebre jingle della casa di animazione e il nome della piccola che compare sullo schermo: Disney Mae.
Dalla magia alle polemiche
Il tono fiabesco del video, pensato come un momento di gioia familiare, si è però rapidamente trasformato in un caso virale. I commenti, anziché celebrare la nascita della nuova arrivata in famiglia, si sono riempiti di sarcasmo e indignazione. "Vi ricordate che Disney prima o poi diventerà adulta?" chiede ironicamente un'utente, mentre un'altra commentatrice rincara la dose: "Quando sarà grande dovrebbe farti causa". Per Aubree e il marito Josh, la scelta di dare alla figlia il nome di un brand che ha segnato la loro infanzia rappresenta un modo per celebrare la creatività e l'individualità della piccola. "Lei incarna quello spirito di felicità e magia. L'ho percepito durante tutta la gravidanza", ha raccontato la madre al sito americano Today.

Perché in Italia non sarebbe potuto succedere
La curiosa scelta della madre americana ha acceso una vivace discussione anche riguardo l'ammissibilità sul piano legale di certi nomi fin troppo fantasiosi. "Ci sono bambini che dovranno crescere con nomi del genere. Dovrebbero esistere delle leggi per impedirlo" tuona uno dei commenti più critici. In effetti, negli USA le norme dei vari Stati sono piuttosto permissive in materia. Basti pensare ai nomi dei figli di Elon Musk (tra i quali spiccano "Techno Mechanicus", l'indecifrabile "X Æ A-12" e l'altisonante "Seldon Lycurgus") o a Chicago, la terza figlia di Kim Kardashian e Kanye West. Nel nostro Paese – purtroppo o per fortuna – i genitori estrosi hanno invece molto meno spazio di manovra.
La legge n.396 del 2000, all'articolo 34, stabilisce infatti che una madre o un padre non può "imporre al bambino lo stesso nome del padre vivente, di un fratello o di una sorella viventi, un cognome come nome, nomi ridicoli o vergognosi", in modo da preservare i figli da future situazioni imbarazzanti o lesive della loro dignità. Quest'ultimo passaggio include tutti quei nomi che possono costare al piccolo un "pregiudizio morale" a causa di associazioni con personaggi storici controversi (in Italia è ad esempio vietato chiamare i figli "Benito" o "Adolf"), personaggi di fantasia o marchi di aziende, come nel caso dell'ultima arrivata in casa Jones.