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Vittima di uno stupro, viene licenziata: “Si è presa troppi giorni di malattia, era stressata”

La 48enne scozzese, operatrice telefonica per l’agenzia delle entrate britannica, è stata vittima di uno stupratore seriale (poi condannato a nove anni) nel 2012. “Mi hanno fatto sentire come se la colpevole fosse io, è stato terribile”.
A cura di Biagio Chiariello
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Una vittima di violenza sessuale, afferma di essere stata licenziata per essersi presa “troppi giorni di malattia, prima che testimoniasse al processo contro il suo aggressore”. La donna, 48 anni, ormai ex dipendente dell’Her Majesty's Revenue and Customs, il dipartimento governativo non ministeriale britannico responsabile per la riscossione delle imposte, era “sconvolta dallo stress” dopo quanto subito a Dundee, in Scozia, nel 2012. Con le sue parole avrebbe voluto inchiodare l’uomo che l’ha fatta piombare in questo inferno, Jason Okwara, peraltro accusato di violenza sessuale anche da altre due donne. La vittima – che in passato ha dovuto combattere anche contro il cancro, poi sconfitto – ha lavorato come operatrice telefonica per il fisco inglese e afferma che i suoi capi erano a conoscenza del caso, ma hanno “completamente ignorato” lo stress causatole dalla vicenda.

Nel frattempo Okwara è stato condannato a nove anni di carcere dall'Alta Corte di Glasgow. "L'aggressione mi ha distrutta. Con mio marito, abbiamo fatto fatica a superare quel momento. All'inizio dello scorso anno, mi è stato detto che dovevo testimoniare al processo contro Okwara a novembre. Ero molto preoccupata e la mia salute e il mio lavoro ne hanno risentito tantissimo” ha ricordato la 48enne, il cui nome non è stato diffuso dagli organi di stampa britannici. La donna assicura di aver fatto presente la situazione ai suoi vertici: “Ora però loro negano tutto”. Nella sua lettera di licenziamento, HMRC afferma che la dipendente si sarebbe assentata per 79 giorni in 12 mesi fino al settembre 2017. Nel documento viene evidenziato che “le assenze non sono collegate al grave attacco sessuale" subito. "Mi ha fatto sentire malissimo, è stato come se fossi io a processo. Quando ho finito di rendere la mia testimonianza, ho lasciato l'aula e sono crollata piangendo nel corridoio “ ha ricordato ancora la 48enne.

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