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Visco dà ragione a Mattarella: “Il destino dell’Italia è quello dell’Europa”

Via Nazionale dà il suo appoggio a Sergio Mattarella: mentre lo spread sale e Di Maio e Salvini annunciano manifestazioni anti-Quirinale, il governatore di Bankitalia rimarca l’importanza dell’Europa per l’Italia: “Il destino dell’Italia è quello dell’Europa”, il cui sviluppo “determina il nostro e allo stesso tempo ne dipende”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Ignazio Visco dà il suo appoggio a Sergio Mattarella. Il governatore di Bankitalia sostiene la tesi del Capo dello Stato e rimarca l'importanza dell'Europa per l'Italia: "Il destino dell'Italia è quello dell'Europa", il cui sviluppo "determina il nostro e allo stesso tempo ne dipende", ha detto, sottolineando che "è importante che la voce dell'Italia sia autorevole nei contesti dove si deciderà il futuro dell'Unione europea" e ricordando che che nei prossimi mesi sono in ballo decisioni di grande rilievo come "la governance dell'Unione, il suo bilancio pluriennale, la revisione della regolamentazione finanziaria". In sostanza, spiega, "Non sono le regole europee il nostro vincolo, è la logica economica", ed è proprio a quella logica che è "connesso l'obbligo, che tutti abbiamo, di non compromettere il futuro delle prossime generazioni: accrescere il debito vuol dire accollare loro quello che oggi non si vuol pagare".

Non c'è dubbio che Visco abbia sposato la linea del Quirinale, quando dice che "Per ridurre il debito non vi sono scorciatoie". Visco lancia l'allarme: se venisse "messo a repentaglio" il valore dei loro risparmi, i risparmiatori "reagirebbero fuggendo, cercando altrove riparo. E gli investitori stranieri sarebbero più rapidi". Al momento l'Italia gode ancora di una forte credibilità a livello internazionale: la fiducia nell'Italia "è grande, sul piano economico e su quello civile" e questo "al di là di meschine e squilibrate valutazioni", ha detto, citando alcuni articoli contro l'Italia comparsi nella stampa estera.

"Se le tensioni degli ultimi giorni si riassorbiranno, anche il costo del debito si ridurrà seppure leggermente con il venire a scadenza di titoli collocati in passato a tassi più elevati di quelli di nuova emissione. A questo fine la condizione essenziale è conservare la credibilità del processo di consolidamento dei conti pubblici", spiega il governatore aggiungendo che "in una fase espansiva e con una politica monetaria ancora molto accomodante non é utile aumentare il disavanzo".  

Un attacco, per nulla in sordina, al contratto di governo Lega-M5S, quello che il governatore dice nella sua Relazione annuale dell'istituto da lui presieduto. In particolare sul capitolo pensioni: Le riforme sulla previdenza fatte in passato "rendono gestibile la dinamica della spesa pensionistica" e "sarebbe rischioso fare passi indietro". Quelle riforme, cioè la legge Fornero, "hanno risposto alla necessità di tenere conto dell'allungamento della vita media nel definire il rapporto tra i contributi versati e l'entità e la durata della prestazione". Sono possibili, aggiunge, "interventi mirati volti a ridurre qualche rigidità" ma "compensati in modo da assicurare l'equilibrio attuariale del sistema".

Nelle sue Considerazioni finali c'è spazio anche per parlare di povertà: la crisi ha accentuato il disagio con la quota delle famiglie che vivono in povertà assoluta "quasi raddoppiata" negli ultimi 10 anni e arrivata a sfiorare il 7%. Le risorse del Reddito di inclusione (Rei) "consentono di coprire circa il 40% delle famiglie in povertà assoluta. Nel procedere a un suo rafforzamento o all'adozione di altri provvedimenti – avverte – oltre a evitare di scoraggiare la ricerca di un lavoro regolare bisognerà prestare attenzione alle conseguenze sui conti pubblici". Secondo Visco poi, le riforme introdotte nel mercato del lavoro "hanno avuto nel complesso effetti positivi sull'andamento dell'occupazione" ma "resta elevata la disoccupazione, in particolare nel Mezzogiorno e tra i giovani. Stentano invece ad emergere gli effetti del nuovo regime di politiche attive: la quota di persone che beneficiano del sussidio di disoccupazione senza cercare attivamente lavoro non è scesa".

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