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Virus West Nile, morto un uomo a Ferrara: è la 17esima vittima italiana della febbre del Nilo

Ancora una vittima del virus West Nile: è stato registrato a Ferrara il decesso numero 17 in Italia della febbre, causata dalle zanzare infette. Si tratta di un uomo di 77 anni, residente a Biella, che si trovava ai Lidi di Comacchio in vacanza con la famiglia. Secondo il Centro europeo di controllo delle malattie, l’Italia è stato il paese con il maggior numero di infezioni.
A cura di Ida Artiaco
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La febbre del Nilo, causata dalle zanzare infette, comincia a preoccupare seriamente il Nord Italia, dove oggi, martedì 4 settembre, è stato registrato il 17esimo decesso della stagione. La vittima è un uomo di 77 anni, residente a Biella, in Piemonte, ma ricoverato da metà agosto  nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Cona, vicino a Ferrara, dove si trovava in vacanza con la famiglia. L'anziano, arrivato in località Lidi di Comacchio alla fine di luglio per trascorrere le ferie, è stato probabilmente punto dall'insetto intorno a Ferragosto, poi aveva contratto la forma più grave di West Nile, quella con complicanze neuroinvasive, fino al tragico epilogo delle scorse ore. Nello stesso nosocomio dove si trovava il 77enne, sono ricoverati altri sei pazienti che stanno lottando contro il virus, a cui si aggiunge l’ultimo, un ottantenne di Copparo che presenta tutti i sintomi della patologia.

Si ricorda che le situazioni più gravi si verificano quando la persona colpita si trova già in uno stato di deperimento fisico causato da altre patologie e che nell'80% dei casi la patologia è asintomatica, ma l'emergenza continua. Il Centro europeo di controllo delle malattie (Ecdc) ha registrato tra il 24 e il 30 agosto un record in Europa con 300 nuovi casi di febbre del Nilo. L'Italia, con 144, è stato il Paese col maggior numero di infezioni. Finora, come ha certificato l'Osservatorio il ministero della Sanità, i casi confermati dall'inizio dell'epidemia al 31 agosto sono stati ben 334, e 12 i morti a cui si sono aggiunti, nei primi giorni di settembre, due donne a Bologna, un uomo a Treviso, l'anziano biellese ricoverato a Ferrara e una donna a Rovigo. Quest'ultima era stata ricoverata per sospetta meningite con febbre altissima già lo scorso 26 agosto, ma il primo esame per rilevare il virus aveva dato esito negativo. Tuttavia le condizioni di salute della paziente hanno spinto i medici a effettuare un test di secondo livello, che ha accertato la presenza dell'agente infettivo veicolato dalle zanzare.

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