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Vincent Lambert, Corte UE dà l’ok all’eutanasia. I genitori: “E’ uno scandalo”

Il francese in coma da circa 7 anni può essere staccato dalle macchine che lo tengono in vita. “E’ un grande passo per l’umanità”, dice il suo medico. Soddisfatta anche la moglie, ma i genitori sono contrari: “Ci batteremo. Nostro figlio non sta morendo”.
A cura di Biagio Chiariello
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La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha dato l’ok per l’eutanasia di Vincent Lambert, il tetraplegico francese in coma, respingendo – con sentenza definitiva – il ricorso presentato dalla madre del 39enne infermiere francese che chiedeva di non staccare le macchine che tengono in vita il figlio. La donna si era opposta alla decisione del Consiglio di Stato d'Oltralpe che aveva già acconsentito all’eutanasia per Lambert. L’uomo era stato vittima di un incidente con la sua motocicletta nel 2008, che gli causò danni cerebrali irreversibili. Da allora ha sempre vissuto in un cronico stato vegetativo in un ospedale di Reims. Il suo era diventato un caso molto discusso in Francia visto che la sua famiglia si era divisa nel dibattito sulla sorte dello sfortunato.

D'accordo la moglie, contrari i genitori di Lambert

Come detto, il Consiglio di Stato francese si era pronunciato in favore di uno stop alle cure. Oggi, sostenendo che non si tratta di una violazione dei diritti umani, i giudici europei hanno accolto il parere dell'autorità amministrativa transalpina. "E' un piccolo passo per Lambert, ma un grande passo per la nostra umanità" ha commentato il medico che ha avuto in cura l'uomo subito dopo l'incidente. Opposta la reazione della madre: "è uno scandalo ma ci batteremo ancora", ha detto la signora Viviane: "Mio figlio non è in fin di vita. Mi arrabbio quando mi si dice che è alla fine della sua vita, Vincent è una persona disabile. Sono molto triste per questa sentenza”. I genitori di Vincent, ferventi cattolici, non hanno mai voluto l'interruzione dei trattamenti, contrariamente alla moglie che invece si batte per la rinuncia dell’accanimento terapeutico. "Non c'è alcun sollievo, non c'è gioia da esprimere" ha detto Rachel Lambert dopo la decisione della Corte europea.

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