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Veronica Panarello: “Non perdonerò mai chi ha distrutto la vita di Lorys”

Veronica Panarello, la donna accusata di aver ucciso il figlio Andrea Lorys Stival a Santa Croce Camerina, ha scritto dal carcere una lettera a una giornalista della trasmissione “Mattino Cinque”: “Perdere un figlio il dolore più lancinante, l’esserne accusata amplifica il tutto”.
A cura di Susanna Picone
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Dal giorno del suo arresto, dopo la morte del figlio di 8 anni Andrea Lorys Stival, Veronica Panarello ripete continuamente la sua versione: non è stata lei a uccidere il suo bambino il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina (Ragusa). Lo ha ripetuto nei mesi scorsi agli inquirenti e lo ha detto, ancora una volta, anche in una lettera inviata dal carcere a una giornalista della trasmissione televisiva “Mattino Cinque”. In quella lettera la mamma di Lorys parla del dolore di perdere un figlio, della difficoltà di continuare a vivere, della terribile accusa che la costringe in carcere ormai da circa sei mesi. Parla anche del suo avvocato, Francesco Villardita, “che dimostrerà la mia innocenza” – scrive Veronica – e soprattutto del fatto che non riuscirà mai a perdonare chi ha ucciso suo figlio Lorys. In un passaggio della sua lettera parla anche di chi le ha “voltato le spalle” nel momento in cui aveva più bisogno e che “si renderà conto di aver sbagliato, ma sarà tardi”. Probabilmente la donna si riferisce, pur senza nominarlo, al marito Davide Stival, nelle ultime settimane accusato di averla aggredita in carcere. Si è parlato di toni molto accesi e anche di uno scontro fisico tra marito e moglie: una circostanza che il legale del papà del bambino ha comunque smentito.

Ecco la lettera integrale che Veronica Panarello ha inviato alla redazione di "Mattino Cinque":

Dott. ssa Agnese Virgillito, in questi lunghi mesi ho seguito i suoi servizi e il lavoro svolto da lei. Devo ammettere che ho pensato un po’ se scriverle questa lettera o no. Ci sono cose che non si possono descrivere a parole perché ogni definizione ti sembra il nulla. Solo chi ha vissuto o vive la perdita di un figlio può capire. Molto spesso ciò che dico viene interpretato in modo diverso o a piacimento dell’uso che ne vogliono fare. Perdere un figlio è il dolore più lancinante che può esistere, una ferita aperta che non si rimariginerà mai. Perdi la voglia anche di nutrirti, ti reggi in piedi con molta fatica chiedendoti ogni giorni il perché ti stia capitando tutto ciò ed il perché proprio a te. I ricordi mi rincorrono la mente, rivivendo quella felicità che non riavrò più facendomi ancora più male. L’esserne accusata amplifica il tutto. Ci sono giorni che mi chiedo perché non sia stato fatto a me tutto quel male. Avrei preso il suo posto senza esitare un istante. La vita del proprio figlio vale più della propria. L’essere sola a cercare la verità mi spinge sempre di più a non fermarmi sapendo che troverò le risposte che cerco e che non giustificheranno mai ciò che è stato fatto. Non potrà mai essere pronunciata dalla mia bocca la parola perdono e mai provare pietà per chi ha distrutto la vita a Lorys, un bambino di soli 8 anni. In questi mesi ho avuto la fortuna di essere seguita dal legale Villardita che ha creduto in me dal primo istante lavorando ininterrottamente e tutto ciò porterà ottimi risultati, dimostrerà la mia innocenza e chi mi ha voltato le spalle nel momento in cui avevo più bisogno, si renderà conto di aver sbagliato, ma sarà tardi. Quel poco di vita che ho continuerò a dedicarlo ai miei figli, tenendo vivo il ricordo di Lorys e donando tutto l’amore che ho per Diego. Loro per me sono sempre il tutto e lo saranno per sempre. Veronica Panarello

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