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Ustionata dalla borsa dell’acqua calda, dopo mesi ottiene un risarcimento di 5000 euro

Una giovane di Mirano di 21 anni nel dicembre dello scorso anno è stata costretta ad andare in ospedale per curare le lesioni riportate in seguito allo scoppio di una borsa dell’acqua calda. Dopo una decisa battaglia legale il produttore ha risarcito la ragazza.
A cura di S. P.
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Risarcita con circa cinquemila euro per le ustioni provocate da una borsa dell'acqua calda. Accade a Mirano, in Veneto, e la “vittima” della borsa dell’acqua calda è una ragazza di ventuno anni che lo scorso dicembre è stata costretta a correre in ospedale per curare le ferite provocate dall’acqua bollente. La ragazza, infatti, per scaldarsi aveva utilizzato a letto la classica borsa dell'acqua calda, che però è scoppiata causandole gravi ustioni in diverse zone del corpo. Dopo l’incidente, che le ha lasciato anche delle brutte cicatrici, la ragazza si è rivolta a Studio 3A, società specializzata nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, per ottenere giustizia.

La battaglia legale contro il colosso industriale – Secondo quanto ricostruiscono i quotidiani locali, la ditta costruttrice, la multinazionale Mapa Spontex, a più riprese ha negato responsabilità nell'accaduto ma la perizia tecnica ha evidenziato uno squarcio dai bordi frastagliati rilevante che interessava il lato cucitura, una delle zone termicamente più sollecitate. Di fronte a questa perizia, l’azienda produttrice ha dovuto ammettere il difetto di fabbricazione. Così, dopo mesi di battaglia legale, è stato raggiunto un accordo con la ragazza danneggiata, che in questi giorni ha ricevuto un risarcimento di oltre cinquemila euro.

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