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USA, esperti denunciano: “Clinton chieda riconteggio, ombra hacker sul voto elettronico”

Secondo un gruppo di esperti degli hacker stranieri avrebbero potuto intervenire in Michigan, Pennsylvania e Wisconsin allo scopo di modificare l’esito delle elezioni presidenziali.
A cura di Davide Falcioni
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L'ombra dei brogli sulle elezioni di quella che è stata definita come "la più grande democrazia occidentale": a sollevarla sono attivisti ed accademici statunitensi, sostenendo che affinché tutti i dubbi sulle presidenziali che hanno decretato la vittoria di Trump possano essere diradati è necessario effettuare un riconteggio negli stati chiave, in particolare in Michigan, Pennsylvania e Wisconsin. Il risultato, secondo alcuni esperti, potrebbe essere stato alterato da hacker stranieri. Stando a quanto riporta oggi il Guardian è questo il contenuto di un dossier che verrà presentato nei prossimi giorni alle autorità federali ed ai presidenti delle commissioni del Congresso da un gruppo di accademici, esperti di questioni elettorali e di cyber sicurezza, che hanno chiesto ad Hillary Clinton di avanzare la richiesta di un riconteggio.

Barbara Simons, esperta di voto elettronico e consigliere della commissione Usa per l'assistenza elettorale, ha dichiarato: "Dobbiamo avere un controllo delle schede post elezione". D'accordo con la donna anche il fondatore del National Voting Rights Institute, John Bonifaz, e il direttore del centro per la sicurezza informatica dell'Università del Michigan, Alex Halderman, che hanno partecipato alla scrittura del documento. Altre decine di esperti hanno condiviso la preoccupazione sottoscrivendo una lettera aperta ai leader del Congresso in cui si esprimono la loro "profonda preoccupazione": "Il nostro Paese ha bisogno di un'accurata, pubblica indagine del Congresso sul ruolo che poteri stranieri hanno giocato nei mesi precedenti alle elezioni", si legge nella missiva, in cui si afferma che comunque non si intende "mettere in discussione" il risultato delle elezioni.

Secondo gli estensori della proposta di riconteggio i sospetti a proposito di possibili hackeraggi del voto si fondano sulle note vicende dell'estate scorsa, quando i sistemi informatici del Partito Democratico hanno subito svariati attacchi che, secondo l'intelligence Usa, sono stati originati da hacker russi. I dubbi, in particolare, si concentrano nel Wisconsin, dove Clinton era stata data in vantaggio per mesi prima delle elezioni, e dove invece Trump ha ottenuto un grande numero di voti nelle contee dove viene utilizzato il voto elettronico, in quantità sproporzionata rispetto ai consensi ottenuti nelle contee dove ancora si usa la scheda cartacea. Riporta il New York Magazine: "Gli esperti dell’università hanno mostrato dei dati secondo cui in Wisconsin, nelle contee in cui si votava con le macchine elettroniche, Clinton ha ricevuto il 7 per cento di voti in meno rispetto a quelle in cui si vota con la scheda elettorale, o in cui si usano metodi di riconoscimento elettronici dell’elettore. Sulla base di questa analisi statistica, a Clinton potrebbero essere stati negati fino a 30mila voti. Trump ha vinto con un distacco di 27mila".

L'ipotesi de brogli elettorali è stata criticata da Nate Cohn, giornalista del New York Times esperto di statistica applicata alla politica, secondo cui prendendo in considerazione altri fattori emerge chiaramente come nelle aree rurali, quelle in cui si vota elettronicamente, la vittoria è andata a Trump mentre nelle aree urbane – con voto cartaceo – il successo è stato della Clinton: dati che confermerebbero i trend, con il Repubblicano effettivamente un po' ovunque in testa nelle zone rurali e la democratica nelle città

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