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Ungheria, partito neonazista promuove gemellaggio con l’Iran: “Per cancellare Israele”

Il partito di estrema destra è la terza forza politica ungherese e governa la città di Tiszavasvári con il pugno duro nei confronti di rom e prostitute. Avviato anche un gemellaggio con una città iraniana, in segno di solidarietà verso Ahmadinejad.
A cura di Davide Falcioni
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Con l'esplosione di Alba Dorata in Grecia, si è riaccesa in tutta Europa la preoccupazione che la crisi economica favorisca l'avanzata di partiti dell'estrema destra. In effetti è sufficiente guardare verso l'Ungheria per comprendere come gli ultra-nazionalisti siano in crescita ed abbiano conquistato fette di potere sempre più vaste. Il Jobbik Magyarországért Mozgalom è il terzo partito del Paese, detiene 47 seggi in Parlamento e governa la cittadina di Tiszavasvári, eletta a capitale del Jobbik e ideale "vetrina" di come potrebbe essere l'Ungheria del futuro.

Un'inchiesta del Telegraph ha mostrato come il partito di estrema destra negli ultimi tre anni, dopo aver vinto le elezioni comunali di Tiszavasvári, abbia promosso una dura campagna contro i "crimini dei rom" e la prostituzione lungo le strade, arrivando a formare una "milizia" in uniforme che collabora con la polizia. E intanto è stato stabilito un gemellaggio con la città iraniana di Ardabil. Ci si domanderà perché: semplice, stabilire contatti con l'Iran di Mahmoud Ahmadinejad, il presidente che ha più volte dichiarato che lo stato di Israele andrebbe cancellato dalle pagine della storia. "Il popolo iraniano e i suoi leader politici – ha dichiarato il responsabile di politica estera di Jobbik – vengono considerati dei paria agli occhi dell'occidente, fedelmente asservito agli interessi di Israele. Il nostro scopo è invece quello di solidarizzare con Ahmadinejad". Ovunque un'affermazione del genere farebbe gridare allo scandalo, ma non a Tiszavasvári, che pure durante l'Olocausto ha avuto una dozzina di vittime ebree deportate e uccise: qui l'occupazione nazista è stata spietata e ha mietuto molte vittime, eppure i cittadini sembrano avere la memoria corta ed essere disposti a tollerare l'avanzata degli uomini dell'estrema destra del Jobbik.

Peter Feldmajer – presidente della federazione delle comunità ebraiche ungheresi – ha dichiarato: "Il gemellaggio con una città iraniana mostra la vera natura di Jobbik, che dimostra di odiare il popolo ebraico. E' una vergogna per Tiszavasvári, e un'offesa alla memoria degli ebrei che ci vivevano". Insomma, rom ed ebrei sono tornati ad essere il capro espiatorio di una cittadina ungherese, malgrado le atrocità della Shoah che pure sono vive nella memoria della gente. Il rischio concreto è che i neonazisti possano incrementare il loro consenso ed espandersi, come un'epidemia, in tutto il Paese.

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