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Un tablet braille per i non vedenti, premiata l’invenzione della dottoranda pisana

Il progetto della 26enne. che sta facendo il dottorato al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa. è tra i vincitori dell’Innovation in Haptics Research. “La qualità della vita dei non vedenti dipende anche dall’avere accesso a contenuti testuali e grafici usando altri sensi, per esempio l’udito e il tatto” ha spiegato Gemma Bettelani.
A cura di Antonio Palma
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È dimostrato che una modalità attiva di accesso al testo, basata sull'esplorazione tattile anziché sull'ascolto passivo, permette ai non vedenti una migliore comprensione dell’informazione", così la giovane dottoranda pisana Gemma Bettelani spiega il suo innovativo progetto nel campo dell’aptica, scienza che studia il senso del tatto: una sorta di tablet braille per i non vedenti. Il progetto risulta tra i vincitori dell’Innovation in Haptics Research, un finanziamento fino a 10mila dollari riservato a studenti di dottorato che propongono progetti innovativi nel campo dell’aptica, e potrebbe essere una innovazione destinata trasformare la vita dei non vedenti.

"I dispositivi braille meccanici finora prodotti spesso non hanno più di una riga, a causa degli alti costi di produzione. Sono dispositivi in grado di cambiare dinamicamente le lettere, ma non riescono a convogliare molta informazione per volta" ha spiegato Bettelani, aggiungendo: "Il mio progetto crea una tavoletta a più righe, semplice e low cost, in cui i caratteri braille vengono attuati da un magnete che li fa andare su e giù ricevendo corrente. In questo modo è possibile cambiare le lettere braille in maniera dinamica e potenzialmente leggere su una sola tavoletta interi libri".

Il Readable (Reliable ElectromAgnetic DynAmic BrailLE) al momento è solo in fase di progetto ma la 26enne che sta facendo il dottorato al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, al centro di ricerca Enrico Piaggio dell’Università di Pisa, si dice sicura del successo. La sua idea quella di far muovere i pallini che formano le varie lettere del braille grazie a un magnete che riceve corrente e di stampare il tutto con una stampate 3D per abbattere ulteriormente i costi. "Nel mondo ci sono 285 milioni di persone ipovedenti, di cui 39 milioni non vedenti. La qualità della loro vita dipende anche dall’avere accesso a contenuti testuali e grafici usando altri sensi, per esempio l’udito e il tatto" ha sottolineato Gemma, concludendo: "Il dispositivo può anche essere usato in diversi esperimenti, per capire come anche le persone vedenti usano il senso del tatto e quali informazioni riescono a percepire con le mani rispetto ai non vedenti. Un campo di ricerca fondamentale per progettare per esempio dispositivi per agire nella realtà virtuale, ad esempio nella chirurgia a distanza o nell’intrattenimento”.

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