Treviso: Irina uccisa a sassate dall’ex, per il 19enne condanna a 30 anni

Trenta anni di carcere per aver ucciso barbaramente a sassate la ex fidanzata che attendeva da lui un figlio e per averla poi gettata in un fossato per occultarne il cadavere. È questa la sentenza con cui oggi il tribunale di Treviso ha condannato Mihael Savciuc, ritenuto colpevole dell'omicidio dell'ex fidanzata, Irina Bakal, avvenuto nel marzo scorso a Vittorio Veneto, in provincia di Treviso. Il processo di primo grado contro il 19enne si è svolto con rito abbreviato così come richiesto dalla difesa del ragazzo. Il gup ha accolto in pieno la tesi accusatoria dei pm ritenendo il ragazzo colpevole di aver strangolato e poi colpito con delle pietre la 21enne Irina Bakal uccidendo lei e il bimbo che aveva in grembo.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, alla base dell'efferato delitto c'era proprio quella gravidanza inattesa. La storia sentimentale tra i due, entrambi di origine moldave, infatti era finita da tempo e il ragazzo aveva anche un'altra fidanzata. Irina però negli ultimi tempi lo aveva contattato, annunciandogli che era incinta da alcuni mesi e che il figlio era suo. Da allora tra i due erano continui e furibondi litigi come quello che poi ha portato all'assassinio di Irina. Durante l'ennesimo faccia a faccia, nella sera di domenica 19 marzo, la situazione sarebbe degenerata in una violentissima aggressione da parte del 19enne conclusasi con un colpo alla testa e il soffocamento della ragazza.
A dare l'allarme erano stati i familiari di Irina che, non vedendola tornare, allertarono le forze dell'ordine. I carabinieri concentrarono subito le loro attenzioni proprio su Mihael, che era stato l'ultimo a vedere la 21enne, e che infine, messo alle strette, tre giorni dopo il delitto confessò tutto portando gli inquirenti sul luogo dell'occultamento del cadavere, tra la boscaglia in località Manzana, nel Coneglianese.