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Torino, spiedini di topo e nutrie arrostite in vendita a Porta Palazzo

Multati alcuni nigeriani per la vendita non autorizzata delle nutrie e dei topi e denunciati per il pessimo stato di conservazione del cibo venduto al mercato di Porta Palazzo. Le nutrie venivano individuate sulle rive del Po e venivano proposte arrostite.
A cura di Susanna Picone
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Spiedini di topo, nutrie arrostite e pesci essiccati. Questi gli ingredienti principali del cibo da strada in vendita a Porta Palazzo, zona a nord-ovest del centro storico di Torino. "Street food" realizzato soprattutto dalla comunità nigeriana a Torino e pronto per essere venduto al mercato per pochi euro. Alcuni giorni fa, come ricostruiscono i quotidiani locali, nel capoluogo piemontese è scattato un sequestro della polizia municipale. Durante i controlli gli agenti hanno multato alcuni nigeriani per la vendita non autorizzata delle nutrie (sono stati i veterinari a confermare di che animale si trattasse) e dei topi e li hanno denunciati per il pessimo stato di conservazione dei cibi. Gli alimenti venivano conservati all’interno di alcuni cartoni in strada. Come ricostruisce La Stampa, la comunità nigeriana è la più ghiotta di nutrie e la materia prima è facile da reperire raggiungendo le rive del Po. I tecnici provinciali con un sistema di previsione matematica ne contano, sul territorio, circa diecimila. Probabilmente anche i pesci essiccati venduti al mercato arrivano dallo stesso posto.

Tutti i sequestri a Porta Palazzo – “C’è un serio problema sugli alimenti venduti per strada illegalmente o mal conservati, dalla carne al pesce, ma anche latte e pane”, ha detto il comandante Emiliano Bezzon, nella Commissione consiliare sul tema durante la quale si è parlato anche di sequestri di merce con marchi contraffatti. Nel 2017 – ricorda ancora il quotidiano di Torino – i vigili hanno recuperato 7824 oggetti con marchi falsi, solo nei primi tre mesi del 2018 sono già 3887. “Così tanti che ora siamo logisticamente in difficoltà per lo stoccaggio: non sappiamo più dove metterli in attesa che il perito confermi la contraffazione e si possa procedere a distruggerli”, ha spiegato la polizia municipale.

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