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Torino, morto a 20 giorni dopo le dimissioni dall’ospedale: Giacinto aveva una broncopolmonite

Il piccolo Giacinto, il neonato di venti giorni morto all’inizio dello scorso febbraio all’ospedale Maria Vittoria a Torino, aveva già da alcuni giorni una broncopolmonite. È quanto sostengono i medici legali incaricati di far luce sul decesso. I medici avevano dimesso il bimbo prescrivendo un trattamento con l’aerosol.
A cura di Susanna Picone
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Ci sono degli aggiornamenti sul tragico caso del piccolo Giacinto, il bimbo di venti giorni morto lo scorso 2 febbraio dopo le dimissioni dall'ospedale Maria Vittoria a Torino. Il bambino, secondo quanto affermato dai due medici legali incaricati dal pm Alessandro Aghemo di far luce sulle cause del decesso, aveva già da alcuni giorni una broncopolmonite. È quanto si è appreso in ambienti vicini a Palazzo di Giustizia. Dopo la morte del piccolo è stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti. A quanto ricostruito, il bambino era stato portato il 31 gennaio scorso in ospedale dai genitori. Secondo quanto ricostruito dai familiari, il piccolo faticava a respirare, aveva forti attacchi di tosse e svenimenti e dormiva praticamente tutto il giorno. Dopo essersi rivolti al pediatra, la notte del 31 gennaio lo avevano portato al pronto soccorso. Lì i medici del Maria Vittoria, dopo una visita, lo avevano dimesso con la diagnosi di una rinite prescrivendo un trattamento con l'aerosol.

Le indagini sulla morte del bambino – Dopo il ritorno a casa, la mattina del 2 febbraio il bambino è svenuto. I genitori hanno chiamato il 118, ma il piccolo Giacinto è morto poco dopo essere arrivato al pronto soccorso. Secondo i due consulenti del pm, il neonato era in preda a una broncopolmonite acuta da virus sinciziale già da qualche giorno. Per verificare la sussistenza di eventuali responsabilità da parte dei sanitari saranno necessari altri accertamenti. La mamma e il papà del bambino, in qualità di “persone offese”, sono assistiti dagli avvocati Enzo Pellegrin e Federico Milano.

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