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Torino, 18enne aggredita e abusata fuori dalla discoteca: “Salva grazie ai tacchi”

Il racconto choc della ragazza di 18 anni, aggredita e abusata da un 30enne della Guinea al parco del Valentino a Torino, nei pressi della discoteca “Life” dove stava festeggiando il suo compleanno. “Ha cominciato a toccarmi e a strapparmi i vestiti, il reggiseno e anche i collant. Mi ha afferrato la faccia e mi ha strappato gli orecchini, facendomi perdere molto sangue. Mi hanno salvato i tacchi a spillo”.
A cura di Ida Artiaco
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"Eravamo in piedi io e un mio amico quando alle nostre spalle è arrivato un uomo di colore. Mi ha afferrato per un braccio e ha detto qualcosa tipo: adesso lei è mia". Comincia così il racconto choc della 18enne di Torino, aggredita e abusata al Parco del Valentino, nei pressi della discoteca "Life" sabato scorso. La ragazza stava festeggiando il suo compleanno quando è uscita a prendere un po' d'aria fuori dal locale dove era con i suoi amici, ma è stato proprio in quel momento che è cominciato il suo incubo. Ad approfittare di lei è stato Gueladje Koulibaly, un trentenne della Guinea, armato di un coccio di bottiglia, che è stato fermato poco dopo dalle forze dell'ordine e che ora dovrà rispondere dell'accusa di violenza sessuale.

La 18enne, dopo essere stata ricoverata all'ospedale Sant'Anna in stato di choc, è tornata a casa e ha trovato la forza di raccontare quello che le è successo nel giorno del suo compleanno. "Mi sentivo una principessa, con il mio vestito nero e le scarpe eleganti. Poi però è cominciato l'incubo", ha detto in una intervista al Corriere della Sera. Dopo essersi appartata su una panchina del parco del Valentino insieme ad un amico è arrivato quello che sarebbe diventato il suo aggressore. "Eravamo tutti e due molto spaventati. Quella persona sembrava pericolosa e in mano aveva due bottiglie rotte. Lo ha minacciato e gli ha urlato: o te ne vai o ti ammazzo. Lui è corso a cercare aiuto e sono rimasta lì con quell'uomo. È stato orribile. Era fuori controllo, mi ha trascinata verso il Po. Io l'ho implorato e gli ho detto che mio fratello era in discoteca e gli ho spiegato che i miei amici sarebbero venuti a cercarmi, ma lui non mi ascoltava. Quando siamo arrivati vicino a un cespuglio mi ha detto: se non fai quello che dico io ti ammazzo. Se mi dai retta ti lascio andare".

La salvezza della ragazza sono stati i tacchi a spillo che indossava quella sera. "Ho sempre cercato una possibilità di fuga, ma lui mi bloccava le braccia. Poi ha cominciato a toccarmi e a strapparmi i vestiti, il reggiseno e anche i collant. Ho pensato che fosse finita, ma poi mi ha messo una mano al collo e, istintivamente, l'ho colpito con una gomitata. Per un attimo si è allontanato, ma poi mi ha scagliato contro un muro facendomi sbattere la testa. A quel punto è diventato una furia, mi ha afferrato la faccia e mi ha strappato gli orecchini, facendomi perdere molto sangue. Poi mi ha fatto togliere le scarpe, perché non riuscivo a camminare con i tacchi e lui voleva portarmi in riva al fiume. Quella è stata la mia fortuna. Mentre camminavano nell’oscurità a un certo punto non l’ho più visto. Mi sono resa conto di non essere bloccata e mi sono messa a correre. Se avessi avuto ai piedi le scarpe con i tacchi non sarebbe stato possibile".

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