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Texas: cerebralmente morta, lo Stato non stacca la spina perché è incinta

Marlise Munoz è cerebralmente morta ma dentro di lei sta crescendo una nuova vita. Ed è per questo che le autorità del Texas, contro la volontà del marito della donna e dei suoi familiari, continuano a tenerla in vita.
A cura di Susanna Picone
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Marlise Munoz è una donna che lo scorso novembre è crollata sul pavimento della cucina di casa sua per un embolo ai polmoni. Era incinta di 14 settimane. I suoi genitori e suo marito erano pronti a dirle addio nell’unità di rianimazione del John Peter Hospital di Fort Worth, in Texas, quando l’ospedale ha detto loro che non avrebbero staccato la spina. Marlise sarebbe rimasta in vita proprio perché incinta. Le autorità del Texas, innescando così un nuovo dibattito sul “fine-vita”, intendono proteggere il feto nonostante il parere del marito della paziente e dei genitori. Il Texas è uno degli Stati che proibiscono al personale sanitario di interrompere la vita di una donna in gravidanza. E così  Marlise, dopo più di un mese, resta attaccata alle macchine salva vita. Mentre la sua gravidanza procede. Per Lynne Machado, la mamma di Marlise, “non è questione di essere pro-choice o o pro-life”: a suo dire è in gioco “la volontà di nostra figlia che lo stato del Texas non intende rispettare”. Da parte sua l’ospedale dice invece di obbedire alla legge: approvata nel 1989 ed emendata dieci anni dopo, proclama che nessuno può negare a una paziente incinta le terapie salvavita. Una legge che però non convince diverse persone: per alcuni esperti di bioetica “se è cerebralmente morta, è morta e non è più una paziente”.

Vicende che hanno diviso l’opinione pubblica – Il controverso caso di Marlise Munoz permette dei paragoni con altre storie che hanno innescato un dibattito, in America e altrove. In Italia le cronache si sono occupate recentemente del caso di una donna, Carolina Sepe, che dopo essere stata colpita da un proiettile è andata in coma vegetativo e nonostante questo lo scorso dicembre ha partorito una bambina. Poi è morta dopo qualche settimana dal parto, dopo quattro mesi di coma. La donna incinta in Texas fa ricordare anche il caso Terri Schiavo, altra vicenda che ha fortemente diviso l’opinione pubblica. Di qualche giorno fa, infine, la polemica su Jahi McMath, una tredicenne dichiarata cerebralmente morta dopo un intervento alle tonsille: i genitori non si sono rassegnati e l'hanno fatta trasportata in una struttura dove il suo corpo possa continuare a vivere.

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