Taormina, 2 milioni di euro per lʼeliporto del G7 ma era abusivo: “Va smantellato”
Costruito a tempi da record e costato circa due milioni di euro, era stato il vanto dell'amministrazione comunale in occasione del G7 nella città siciliana nell'estate scorsa. Ora si scopre però che in realtà l'eliporto di Taormina, voluto per far arrivare e ripartire i leader mondiali, era abusivo. In occasione del vertice dei ministri dell'economia delle sette nazioni del mondo, infatti, erano stati costruiti in città due eliporti: uno su un terreno privato e uno su quello comunale. Dopo il grande evento, quello privato è stato smantellato in poco tempo mentre quello pubblico è rimasto a servizio della comunità, come voluto dal Comune di Taormina.
Una decisione che non è piaciuta ad alcuni cittadini e a diversi albergatori della zona secondo i quali l'eliporto era stato costruito troppo vicino al centro storico. È stata intrapresa così una battaglia a colpi di ricorsi, finita poi sul tavolo della Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina, competente per territorio. E qui è arrivata l'incredibile sorpresa: secondo la Soprintendenza, infatti, per costruire l'eliporto nessuno ha chiesto le dovute autorizzazioni paesaggistiche, quindi, di fatto, l'opera è abusiva.
"Entro sessanta giorni l'opera deve essere smantellata e il territorio riportato alla situazione originaria", scrive ora la Soprintendenza. L'amministrazione comunale con il sindaco Eligio Giardina in testa, però non ci sta e promette battaglia. "È un'opera che serve a tutta la città anche dal punto di vista sanitario", ha spiegato il primo cittadino, aggiungendo: "Taormina non ha una piazzola per l'elisoccorso e questa pista può essere utilizzata anche a scopi sanitari oltre che turistici".
Dopo la presa di posizione della Soprintendenza , il comune ha avviato in tutta fretta l'iter per la variante urbanistica e rendere così "legale" la struttura, ma l'ultimatum incombe. Ora la diatriba è passata nelle mani della Regione Siciliana che deve dare l'ok per l'approvazione delle modifiche. "Entro il 12 novembre ci dovranno dare la risposta", assicura Giardina, "altrimenti scatterà il silenzio-assenso".