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Strangola la moglie con il cavo della stampante: anziano condannato a 14 anni

Il fatto accadde nel febbraio 2017 in una frazione di Porto Santo Stefano (Grosseto). L’uomo, 71enne pensionato ex dipendente dell’ospedale di Orbetello, aveva ucciso la donna al culmine di una lite.
A cura di Biagio Chiariello
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 14 anni di reclusione per l'omicidio della moglie Anna Edvige Costanzo, 68 anni.  Questa la condanna che il giudice Marco Mezzaluna di Grosseto, in un processo in rito abbreviato concluso nella serata di ieri 19 aprile, ha stabilito nei confronti del 71enne Alberto Novembri. Il fatto avvenne il 15 febbraio 2017 in un appartamento di Pozzarello di Porto Santo Stefano dopo una lite. La donna fu strangolata con il cavo della stampante del computer e morì per soffocamento. Novembri, pensionato, ex dipendente dell'ospedale di Orbetello, è stato condannato per omicidio volontario. Dopo l’omicidio, aveva provato a fuggire, ma i carabinieri l’avevano bloccato su un treno il giorno dopo, a Capalbio. Messo alle strette, Novembri aveva quindi confessato il delitto. Il pensionato aveva sposato Anna Edvige Costanzo un anno e mezzo prima, dopo essere stato insieme alla donna per circa 15 anni. Entrambi avevano avuto figli da precedenti matrimoni, quattro lei, tre Novembri. I rapporti coi figli sarebbero stati alla base di incomprensioni e del litigio da cui scaturì il delitto.

La difesa dell'avvocato di Novembri- “Non voleva scappare, era confuso e disorientato, disperato per quello che aveva fatto e stava tornano in città per consegnarsi ai carabinieri”, lo aveva difeso il suo avvocato Roberto Cerboni. Stando al legale, Anna Edvige Costanzo avrebbe perso le staffe a seguito di un atto giudiziario che le era stato recapitato. La donna si sarebbe scagliata contro l’uomo al culmine di una lite. E Novembri, in quel momento, ha perso la testa: ha staccato il cavo di alimentazione della stampante e l’ha stretto intorno al collo della donna uccidendola. “Lo ha detto sia al pm che al giudice: non voleva scappare – aveva aggiunto l’avvocato Cerboni – quando è stato trovato sul treno sapeva che i carabinieri erano lì per lui”.

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