Strage Caselle, ergastoli confermati. L’ex colf scoppia in lacrime in aula
Carcere a vita per Giorgio Palmieri e Dorotea De Pippo, i due presunti autori della strage di Caselle del 3 gennaio 2014. È la sentenza della corte d’assise d’Appello di Torino che ha confermato quanto già stabilito dai giudici di primo grado per la coppia accusata di aver ucciso, in una villetta nella cittadina della cintura torinese, tre persone: Claudio Allione, la moglie Mariangela Greggio, e la madre 94enne di quest’ultima, Emilia Campo Dell’Orto. Secondo l’accusa Dorotea De Pippo, che lavorava come collaboratrice domestica a casa delle vittime, avrebbe convinto l’ex marito Giorgio Palmieri a compiere il delitto perché covava risentimenti nei confronti dei suoi vecchi datori di lavoro. Lei dunque è considerata dall’accusa la vera “mente” del delitto, mentre suo marito è stato l’esecutore materiale del triplice omicidio. La donna, dopo la sentenza dei giudici di Appello, è scoppiata in lacrime in tribunale. L’ex marito Palmieri, invece, è rimasto impassibile. L’uomo ha confessato di aver ucciso a coltellate i coniugi Allione e l’anziana madre.
Il figlio delle vittime: “Non riesco a perdonarli” – A trovare i cadaveri, due giorni dopo il massacro, fu il figlio e nipote delle vittime, Maurizio Allione. Il ragazzo era in vacanza e rientrò proprio perché non riusciva a mettersi in contatto con i familiari. “Temevo che il giudice potesse ridurre la pena – ha commentato dopo la sentenza il giovane – Sono stati giorni difficili, è stato molto pesante risentire tutto, perché i ricordi riaffiorano. Non riesco a perdonarli, non mi hanno mai contattato, neppure i figli. Non ho ancora capito perché si accanirono così sulla mia famiglia”. “Dopo due anni e cinque mesi – ha invece commentato l’avvocato che difende il figlio delle vittime – siamo arrivati a una sentenza d'appello. Credo che questo sia un segnale positivo per tutto il Paese”.