Sedia di Bolla danneggiata, la direttrice del museo: “I due si sono dileguati, c’è denuncia contro ignoti”

Doveva essere solo una foto ricordo, da scattare velocemente e di nascosto, approfittando di un attimo di distrazione della guardia addetta alla vigilanza. E invece infrangere la regola ha fatto sì che due turisti danneggiassero un'opera d'arte. È successo a Palazzo Maffei di Verona, dove due turisti hanno ben pensato di sedersi sulla Van Gogh Chair di Nicola Bolla, un'opera interamente fatta di cristalli. Noncuranti degli appositi cartelli che avvisavano di non utilizzare l'opera per sedersi come fosse una sedia qualunque, loro lo hanno fatto e una volta appurato il danno, sono fuggiti via. Il gesto ha profondamente scosso tutti al museo, compresa la Direttrice Vanessa Carlon, che a Fanpage.it ha spiegato come procederanno.
Dottoressa, i due turisti che opera hanno danneggiato?
È una sedia che si chiama Van Gogh Chair, realizzata da Nicola Bolla, artista contemporaneo italiano, per il ciclo Vanitas. È realizzata con degli Swarovski ed è molto leggera ed eterea, non ha un'anima, quindi è un'opera estremamente fragile, tant'è vero che è posta all'interno del percorso museale su una base e con delle didascalie sulla seduta con scritto "Non toccare, non sedersi" in italiano e in inglese. È un'opera d'arte, non ha una funzione di sedia. Invece una volta appurato che la persona addetta alla sorveglianza della sala si era allontanata, ne hanno approfittato per simulare di sedersi. Peccato che il lui della coppia abbia perso la l'equilibrio e si sia effettivamente seduto senza volerlo: quindi l'ha rotta. A quel punto hanno pensato di dileguarsi, guardandosi intorno e camminando lentamente per non farsi trovare.
Come avete reagito?
Al di là del valore dell'opera, è un episodio negativo che ci ha molto turbato, soprattutto per la modalità con cui queste persone, una volta resesi conto del danno che avevano fatto, hanno fatto perdere le loro tracce. Alle volte capita, nonostante ci siano persone in tutte le sale molto attente alla sorveglianza, che anche per sbadataggine le persone magari tocchino un'opera più violentemente di quel che vorrebbero o inciampano. Ma si scusano.

Sono stati identificati? Come si procederà nei loro confronti?
Gli addetti alla sorveglianza sono stati diligenti, perché si sono resi immediatamente conto e hanno cercato di agire. Sono stati inseguiti, però sono sono riusciti a dileguarsi. Ad oggi non si sa chi siano. Noi abbiamo un protocollo, però bisogna riuscire a mettersi in relazione con questo queste persone. Abbiamo sporto denuncia immediatamente contro ignoti e devo dire che i Carabinieri hanno preso la faccenda molto sul serio, hanno approfondito molto con attenzione. Chissà, magari un giorno si riuscirà anche ad arrivare all'identità di queste persone. Comunque il museo non è l'ente deputato a somministrare una sanzione. Ringrazio anche tutti quei visitatori che hanno veramente un atteggiamento di rispetto nei confronti delle dei luoghi d'arte, delle opere d'arte, che sono per fortuna la maggioranza. Quando è accaduto questo episodio, visti anche la modalità e il comportamento che hanno avuto successivamente queste due persone, abbiamo pensato che potesse diventare un'occasione di riflessione su quei comportamenti che non sono adeguati.
L'opera è stata sistemata? Chi ha pagato il lavoro di restauro?
L'opera è tornata al suo posto. Inizialmente non eravamo sicuri che si potesse restaurare, perché è molto leggera, eterea, sono tutta una serie di castoni legati fra loro, ma non c'è un'anima, non c'è una struttura. L'artista la toglie la struttura nel momento in cui realizza i castoni e quindi è stato veramente difficile restaurarla, però è stata molto brava la restauratrice, quindi dobbiamo ringraziare anche lei. Per il restauro ha pagato la Fondazione, paghiamo noi.

Come vi siete spiegati questo gesto?
Penso sia stato proprio un atteggiamento superficiale per il gusto di una foto: probabilmente i cellulari ci fanno perdere la testa alle volte. Spero che le persone si avvicinino ai luoghi d'arte con più rispetto.