Qual è la città più cupa del mondo chiamata “inferno ghiacciato” per le emissioni tossiche e le temperature di -40°

La vita a Norilsk non è affatto una passeggiata. Non a caso la città si è guadagnata soprannomi del tipo "la città più cupa del mondo" oppure "frozen hell". Tradotto in italiano significa inferno ghiacciato ed effettivamente, l'espressione rende bene l'idea. Siamo in Russia nel territorio di Krasnojarsk, nel circondario federale della Siberia settentrionale: la città è stata costruita dai prigionieri dei Gulag sotto il regime di Stalin.
Il soprannome deriva proprio dalle condizioni di vita di questo posto, rigide a causa di diversi fattori. Innanzitutto questione di clima: qui le temperature scendono ben al di sotto dello zero. L'inverno lunghissimo fa toccare ai termometri anche i -40 gradi, con bufere di neve frequenti e raffiche di vento fortissime. La coltre bianca ricopre tutto per circa 250 giorni all'anno. Le giornate sono tutt'altro che soleggiate: il buio polare fa sì che il sole non sorga per settimane, a cominciare dalla fine di novembre e fino a circa metà gennaio. A completare il quadro contribuisce poi l'elevatissimo tasso di inquinamento industriale: è una delle città più inquinate del mondo e questo causa problemi di salute alla popolazione. Tra i residenti le difficoltà respiratorie, l'asma, le allergie e le malformazioni del sistema cardiovascolare sono all'ordine del giorno: qui il cancro si sviluppa con il doppio delle probabilità rispetto alla media della Russia con un'aspettativa di vita inferiore di 10 anni rispetto alle regioni circostanti della nazione.

Tutto questo è da mettere in correlazione con gli impianti del nichel, le miniere, i fumi delle ciminiere. Qui le emissioni sono altamente tossiche: si respirano diossido di zolfo, anidride solforosa, metalli pesanti. Sia Greenpeace che la NASA Earth Observatory e gli ambientalisti hanno in più occasioni denunciato la situazione. Lo sfruttamento minerario qui è la base dell'economia, si basa tutto sulle estrazioni dai giacimenti di nichel e palladio. Il turismo ovviamente non esiste. Sicuramente non contribuiscono le condizioni di vita, ma in aggiunta ci sono anche delle restrittive norme di accesso alla città, che non permette l'ingresso agli stranieri se non tramite un permesso speciale: bisogna dimostrare di recarsi lì solo per motivi di lavoro o previo invito da parte di residenti, che diventano una sorta di garanti. C'è una ferrovia, ma non è più in funzione per il trasporto passeggeri. Esistono solo voli di linea e charter che partono dalla Russia europea.
Questi ultimi sono quasi tutti occupati presso l'industria mineraria locale e restano a vivere lì perché ben pagati, perché hanno case e servizi sovvenzionati. Ovviamente si trova impiego anche in banca o al supermercato, oltre che in fabbrica, ma sono sempre di più i giovani che vanno via in cerca di opportunità migliori. Ai più anziani e ai pensionati viene data la possibilità di trasferirsi in zone limitrofe più miti e meno inquinate, ma la maggior parte resta nel posto dove ha vissuto per anni, benché tossico.