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Perché gli americani quando vengono in Europa hanno un problema coi cocktail (senza ghiaccio)

Americani ed europei danno diversa importanza al ghiaccio: i primi ne sono ossessionati e non sanno abituarsi al modo di bere dei secondi, che lo usano poco.
A cura di Giusy Dente
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Quando si ordina un caffè al bar, si possono verificare due scenari in Italia: che venga servito col bicchiere d'acqua, che venga servito senza bicchiere d'acqua. È uno scontro culturale irrisolto, che continua a contrapporre le regioni nella diversa gestione del rubinetto. Ma non è la sola differenza su questo tema. Se si mette il naso al di fuori dei confini nazionali, ma anche al di fuori dei confini europei, si può notare una certa diversità anche nel modo in cui viene usato il ghiaccio. Gli americani ne sono ossessionati, molto più degli europei, lo mettono ovunque, per raffreddare cocktail e bevande, mai servite a temperatura ambiente. Ecco perché quando vengono nel nostro Paese come turisti, soffrono molto quando arriva il momento di ordinare da bere.

Con ghiaccio o senza?

Lo storico Jonathan Rees è autore del libro Refrigeration Nation: A History of Ice, Appliances, and Enterprise in America. Il libro si sofferma su una questione che la dice lunga su quanto siano diversi americani ed europei: basta guardare a come gestiscono acqua e ghiaccio nei locali. "Il mondo intero non ha lo stesso interesse per il ghiaccio degli Stati Uniti – ha detto alla CNN – Siamo abituati ad avere ghiaccio praticamente in tutto. È una cosa molto americana". La questione è talmente "calda" da aver appassionato anche un'altra autrice, Amy Brady, autrice del libro Ice: From Mixed Drinks to Skating Rinks – A Cool History of a Hot Commodity. "Gli americani sono unici al mondo per questa assoluta ossessione" ha detto, che stupisce moltissimo chi arriva lì senza esserne a conoscenza.

Ed è a tal punto un'ossessione, da aver contagiato anche una persona che viene da un background storico-culturale completamente opposto. Si tratta di Isabel Tan, che ormai vive a New York ma è originaria di Singapore. "È una caratteristica della cultura asiatica credere che bere bevande calde faccia bene" ha spiegato". Ma oggi il suo stile di vita è diverso dopo tanti anni negli USA e si è convertita al Dio Ghiaccio: "Anche nella bottiglia d'acqua in questo momento ci sono cubetti di ghiaccio. Preferisco decisamente le bevande ghiacciate. Anche d'inverno, bevo un caffè freddo: bevande ghiacciate tutto l'anno".

Claire Dinhut invece, che vive nel Regno Unito, ha un'opinione diversa: "Personalmente non mi piace molto il ghiaccio" ha raccontato a CNN Travel. Lei è per metà americana e per metà francese, ha vissuto molto tempo a Los Angeles da bambina, ma non si è mai abituata alle temperature glaciali delle bevande. Per questo preferisce l'approccio europeo, dove non vengono messe montagne di ghiaccio nei drink, serviti lisci come si suol dire. "Ho scoperto che il ghiaccio diluisce il sapore generale della bevanda, cade sul viso e rovescia la bevanda quando si cerca di berla ed è un buon modo per nascondere la quantità effettiva di bevanda contenuta nel bicchiere" ha spiegato. È di questo parere anche Lacey Buffery, che si è trasferita dal Regno Unito agli Stati Uniti cinque anni fa: "Nel Regno Unito paghiamo per i drink, non vogliamo pagare per una tonnellata di ghiaccio con un po' di bibita".

Amy Brady nel suo libro ha cercato di risalire alle origini del divario tra Europa e Stati Uniti: "Persone da tutto il mondo arrivano in America e ne rimangono scioccate" ha detto. Il collega Jonathan Rees pensa che tutto sia cominciato circa un secolo fa con Frederick Tudor, un uomo d'affari e imprenditore della Boston del XIX secolo che divenne ricco vendendo ed esportando acqua ghiacciata in tutto il mondo. Costruì un vero e proprio impero. Non a caso era soprannominato Re del ghiaccio.

Il ghiaccio divenne tra XIX e del XX secolo uno status symbol negli Stati Uniti: possedere una ghiacciaia era un modo per gridare al mondo di essere benestanti e potenti economicamente. Questo modo di vedere non è mai stato proprio degli europei, che hanno anzi sempre considerato il ghiaccio un elemento superfluo. "È tanto una questione di abitudine quanto di gusto – ha spiegato Rees – È un po' folle. Ma gli americani amano il ghiaccio così tanto che siamo disposti anche a pagare un extra per avere i nostri drink diluiti di più". Una passione del genere non può certo rimanere confinata solo al mondo di bar, pub e locali. Riguarda anche la dimensione casalinga: "Gli americani hanno i frigoriferi più grandi del mondo" ha detto Rees". Questo perché possiedono un distributore di ghiaccio incorporato.

Il ghiaccio nei cocktail anche quando è presente, c'è solo in quantità limitate: non si eccede mai. In molte destinazioni europee, addirittura i locali ne sono proprio sprovvisti. Lo ha testimoniato la canadese Zoe McCormack, che vive a Parigi, dove a suo dire è difficile reperirlo nei ristoranti. D'inverno riesce a farne a meno, ma d'estate non tollera quando le viene servita al tavolo una bevanda a temperatura ambiente. I fattori sono diversi: bisogna considerare anche l'utilizzo inferiore di aria condizionata in Europa e frigoriferi generalmente più caldi. Sono elementi che completano il quadro della diversità con gli USA, che va accettata per quello che è. "Devo ammettere che mi piace molto il ghiaccio, ma capisco che quando viaggio non potrò trovarlo ovunque, a volte non potrò trovarlo affatto – sono le parole dello storico Rees – Ma va bene così. Lascio gli Stati Uniti appositamente per provare la cucina di altri popoli, comprese le loro bevande, che potrebbero non contenere ghiaccio". È anche questa un'opportunità di confronto e crescita, come consiglia Amy Brady: "Cercate di resistere a quella che potrebbe essere una reazione immediata, ovvero pensare: questo non è ghiacciato e quindi è meno buono".

@pretty.frowns

How to get an iced cold glass of water when in Europe

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