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Il borgo più buio d’Italia, con tre mesi di oscurità e uno specchio solare per catturare la luce

In Italia esiste un borgo dove la luce solare sparisce per 3 lunghi mesi, da novembre a febbraio. Nel 2006, però, gli abitanti hanno avuto un’idea che ha cambiato tutto: hanno trovato un modo per far arrivare la luce del sole anche nel loro piccolo borgo. Ecco come il comune piemontese di Viganella riceve la luce solare.
A cura di Elisa Capitani
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Il borgo di Viganella
Il borgo di Viganella

Proprio come in certi paesi nordici, si pensi ad esempio alla Norvegia o alla Svezia, in questo piccolo paesino italiano di montagna il sole sparisce per circa 3 mesi all'anno, lasciando tutti completamente al buio. Si tratta del borgo piemontese di Viganella, situato nella suggestiva Valle Antrona. Fino al 2006, le persone erano obbligate ad arrangiarsi per tre lunghi mesi e aspettavano con ansia che il sole tornasse a risplendere sulle loro case e il loro campanile. Ma dal 17 dicembre del 2006 fu introdotto un enorme specchio ideato dall'architetto Giacomo Bonzani e dall'allora sindaco Franco Midali, che permise di riflettere sulla città la luce solare, riportando anche durante i tre mesi il sole.

Il borgo più buio d'Italia

Per secoli e secoli dall'11 novembre al 2 febbraio, per 83 giorni precisi, gli abitanti di Viganella segnavano sul calendario la scomparsa del sole, per celebrare poi il suo tanto atteso ritorno. La città, infatti, è vittima di un fenomeno naturale che le ha reso il nome del borgo più buio d'Italia. Infatti, le montagne che lo circondano, le suggestive e mozzafiato montagne del Verbano-Cusio-Ossola, creano una barriera insormontabile per i raggi solari, lasciando Viganella al buio per lungo tempo.

L'idea che ha cambiato tutto

Ovviamente, vivere nel buio per tre mesi creava enormi disagi agli abitanti e fu così che nel 2006 Franco Midali, ex sindaco viganellese, decise di cambiare le cose per i suoi concittadini. Insieme all’architetto Giacomo Bonzani, ha l'idea che svolterà per sempre le vite di chi abita nel piccolo borgo piemontese. Midali e Bonzani decisero di installare uno specchio gigante per catturare il sole e portarlo in città. Grande 40m² e con un peso di 15 tonnellate, l'enorme specchio è stato messo sulla montagna opposta a Viganella per catturare così la luce solare e trasmetterla all'intera città. Hanno creato poi un meccanismo computerizzato per fare in modo che lo specchio si ruoti leggermente seguendo il percorso naturale del sole, garantendo sei ore di luce riflessa al giorno sulla piazza principale. Fu così che il 17 dicembre del 2006, tra la commozione generale degli abitanti, il sole rispuntò sul borgo di Viganella.

Lo specchio di Viganella
Lo specchio di Viganella

Il fenomeno mediatico e il recente guasto tecnico

La storia del borgo di Viganella, che ha ritrovato la luce nei tre mesi più scuri, ha fatto il giro del mondo ed è stato anche d'ispirazione per altre città nordiche, come il comune norvegese di Rjukan che, dopo aver studiato lo specchio di Viganella, ne ha installati tre. Un'idea geniale tutta made in Italy, che richiede sicuramente una manutenzione impegnativa, ma che ha ridato speranza agli abitanti di Viganella. Recentemente, i viganellesi hanno dovuto affrontare ancora una volta una sfida: a causa di un guasto riscontrato nello specchio riflettente, Viganella è tornata a essere completamente al buio per l'inverno 2024/2025, perdendo anche il turismo che aveva attirato negli ultimi anni, dopo l'invenzione dello specchio. Ad oggi, i cittadini sperano che il guasto tecnico sia presto riparato, per poter avere la luce anche nell'inverno del 2025.

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