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Alla ricerca dell’arca di Noè: alcuni studiosi hanno fatto una nuova scoperta sul monte Ararat

Proseguono le ricerche dell’arca di Noè sul monte Ararat, in Turchia: è stata fatta una scoperta nuova esaminando campioni di roccia e terreno.
A cura di Giusy Dente
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Da un paio di anni alcuni archeologi sono attivamente impegnati alla ricerca di uno degli oggetti più misteriosi dell'intera storia umana: l'arca di Noè. Le sue origini affondano nella Bibbia. Nella Genesi si fa riferimento a un'alluvione che sommerse la Terra e ogni essere vivente. Dio aveva incaricato Noè, uomo giusto, di portare in salvo alcuni animali, caricandoli sulla famosa imbarcazione insieme alla sua famiglia, per portare avanti la specie.

Ma che fine ha fatto l'arca, una volta che Noè ha completato la missione? Secondo la Genesi si posò sul monte Ararat. Da sempre si concentra lì l'interesse di una parte di storici, studiosi e archeologi, che hanno intrapreso nel tempo anche spedizioni di ricerca. L'altra parte è invece profondamente scettica e ritiene che il racconto sia più mitologico che storico, senza alcuna base scientifica concreta che possa portare a pensare al possibile ritrovamento, un giorno, dell'arca.

Proprio sul monte Ararat è morto nel 2021 Angelo Palego, ingegnere di origini marchigiane convinto che la nave fosse proprio lì: è morto nel tentativo di scalare la vetta e dimostrare la sua tesi. Attualmente è al lavoro sul posto un team di esperti provenienti da università turche e americane che studiano il sito dal 2021. Hanno fatto una nuova scoperta.

Cosa hanno scoperto gli studiosi

L'Arca di Noè è stata ritrovata? Le nuove informazioni arrivano direttamente dalla squadra impegnata a studiare la formazione Durupinar, scoperta e mappata tra gli anni Quaranta e Cinquanta. È situata a meno di 2 miglia dal confine Iran-Turchia, nel distretto Doğubayazıt di Ağrı, a 18 miglia a sud della cima dell'Ararat. Da alcuni esperti è ritenuta ciò che resta (ormai pietrificato e modellato da frane ed erosione) dell'Arca di Noè. Quest'ultima dovrebbe misurare circa 156 metri di lunghezza, 26 di larghezza e 15 di altezza.

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Nel 2021 è iniziato lo studio guidato dall'Università Tecnica di Istanbul (ITU), dall'Università Andrew e dall'Università Ağrı İbrahim Çeçen. Il team è composto da accademici specializzati in geofisica, chimica e geoarcheologia. Operano facendo ricerche sull'antica formazione geologica con l'obiettivo di confermare la storia biblica e dare una collocazione precisa ai resti della nave. La prima parte del loro lavoro è stata la raccolta di 30 campioni di frammenti di roccia e terreno che il laboratorio ITU ha poi analizzato.

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Ebbene, i risultati hanno confermato attività umane nella regione sin dal periodo calcolitico tra il 5500 a.C e il 3000 a.C. E proprio in quell'era si collocherebbe anche il diluvio biblico. I campioni contengono prevalentemente materiali argillosi, materiali marini e frutti di mare. Il prof. Faruk Kaya ha detto al quotidiano turco Hurriyet: "Con la sola datazione non possiamo dire che la nave sia qui. Dobbiamo ancora lavorare a lungo per confermarlo".

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