Le borse Chanel distrutte, la camelia appuntita e il tributo nascosto a Coco nel debutto di Matthieu Blazy

Se lo aspettavano in molti e, alla Paris Fashion Week Primavera/Estate 2026, Matthieu Blazy non ha deluso le aspettative: per il suo debutto alla direzione creativa di Chanel ha scelto di sovvertire le regole, mescolando le carte e gettando caos e "distruzione" nel mondo borghese, pulito, raffinato e patinato della celebre Maison francese. Lo ha fatto nascondendo i loghi (tanto cari ai suoi predecessori) e facendo a brandelli i simboli e le icone, come la borsa la 2.55 e le trame bouclè, il tutto tenendo ben presente l'heritage di Chanel e della sua fondatrice. Il nuovo designer sparpaglia ovunque piccole citazioni e tributi a Madame Cocò, superando però ciò che fin ora era stato fatto attraverso il racconto di una storia nuova.
La bellezza della prima collezione di Matthieu Blazy sta dunque nei dettagli, nel desiderio di utilizzare l'archivio Chanel come materia grezza su cui costruire una nuova narrazione, più contemporanea. Un nuovo inizio di cui si sentiva francamente il bisogno dopo anni in cui Chanel, pur restando tra i top brand più desiderati, con le sue passerelle non riusciva a spostare l'asticella, a influenzare, a far parlare grazie a collezioni e idee creative capaci di andare oltre la mera vendita di borse, accessori e profumi. Con il suo arrivo Blazy porta nuova linfa vitale, per questo abbiamo scelto di raccontare il suo debutto attraverso quei dettagli che nella collezione Primavera/Estate 2026 mostrano quanto il nuovo Direttore Creativo di Chanel sia riuscito a rivoluzionare la Maison.
No logo e giacche crop, il primo look sovverte le regole
La rivoluzione di Blazy inizia con il primo look presentato in passerella, che immediatamente appare come una chiara dichiarazione d'intenti. Col primo outfit lo stilista svela praticamente tutto: modifica le linee tipiche di Chanel, tagliando il blazer e rendendolo crop e allargando la silhouette dei pantaloni. Ridisegna poi la forma della camelia simbolo della Maison e, soprattutto, abbina una borsa 2.55 in pelle nera matelassé distrutta e stropicciata.

La borsa Chanel 2.55 accartocciata
Matthieu Blazy compie dunque l'impensabile: distruggere il sacro simbolo di Chanel, la borsa 2.55, da decenni la più venduta e oggetto del desiderio della fashion victim di tutto il mondo. Nei modelli in pelle nera, argento lamè e burgundy, restano i manici a catena e il pellame impunturato dalla tipica forma a rombi, cambiano però le linee, che sono stropicciate. Sembra quasi che la borsa sia stata martoriata e distrutta. Facendo a brandelli l'icona più sacra di Chanel, e inserendo nella collezione Primavera/Estate 2026 un accessorio di lusso che sembra rovinato, Blazy mostra così l'animo iconoclasta che caratterizza il suo debutto nella moda francese. Oltre a distruggere le icone lo stilista provoca: chi comprerebbe una borsa distrutta che costa migliaia di euro?



Il bouclè rivisitato
Non solo borse distrutte, sulla passerella Primavera/Estate 2026 di Chanel un altro simbolo viene fatto a brandelli, spezzettato e utilizzato in modo del tutto inedito. Stiamo parlando del bouclè e delle tipiche trame a quadri incrociati dei tailleur di Madame Cocò. Il bouclè compare ma è strappato oppure viene proposto in abiti e completi a rete che mimano solo i contorni degli intrecci. Non è tutto. Facendo ricorso alla tecnica trompe l'oeil (tanto cara a Blazy) lo stilista crea una sorta di inganno visivo. Come aveva fatto da Bottega Veneta, dove aveva stampato la trama del denim in pantaloni che non era di jeans ma di pelle, ora fa lo stesso con il bouclè, stampando sulla seta la trama del tessuto iconico Chanel, il tutto creando un'affascinante crasi tra leggero e pesante, tra trasparente e iper coprente.




La camelia ora è appuntita
Dopo le borse matelassè e il bouclé, Blazy non poteva trascurare l'altro simbolo di Chanel: la camelia. Quella che appare sui gioielli, come spilla, sugli accessori e a chiusura dei pacchetti acquistati in boutique. Le linee morbide e tondeggianti del fiore iconico di Chanel scompaiono per far posto a fiori tridimensionali dai petali spinosi e appuntiti. Le nuove camelie assomigliano più a un riccio e spuntano su orecchini o applicate al bavero dei blazer, fino a coprire rigogliosi e copricapo dall'aria teatrale. I petali a spillo delle nuove camelie disegnate da Blazy richiamano le frange e decori volumetrici di cui il designer ha fatto largo uso negli anni alla direzione di Bottega Veneta.


Abiti e borse come il packaging Chanel
L'ironia torna nei look e nelle borse che riprendono in tutto e per tutto il packaging bianco e nero di Chanel. Sulla passerella Spring/Summer 2026 sfilano completi con blusa e gonna, abiti, trench e borse a mano in bianco candido con profili neri, che ricordano le confezioni dei profumi e dei prodotti beauty Chanel. Blazy eleva a pezzo da collezione gli imballaggi, forse raccogliendo spunto dai fan più accaniti che in cabine armadio e sulle mensole delle camere da letto conservano persino i sacchetti logati Chanel.



La borsa uovo, simbolo del nuovo inizio
Tra le borse 2.55 accartocciate e sgualcite, spicca una serie di altre affascinanti borse, come quelle oversize in suede color cammello o quelle in pelle e righe oblique colorate. Ci sono poi le classiche minaudière rigide di Chanel, tanto amate in passato da Karl Lagerfeld, che si divertiva a sperimentare proponendo forme assurde e trasformando in borsetta praticamente ogni oggetto. Ora Matthieu Blazy sembra far tabula rasa, scompaio infatti le forme iper realiste, quelle originali e quelle assurde e tra le nuove borse Chanel by Blazy spunta una clutch a forma di uovo. L'oggetto potrebbe simboleggiare il nuovo inizio e la nascita di un nuovo stile Chanel.

Le scarpe bicolor
Sulla passerella primaverile di Chanel sfilano una serie di pump double color con pelle effetto cocco e modelli dalla punta lunga con scollatura a V. Ci sono poi le rivisitazioni delle classiche scarpe di Madame Cocò dalla punta bombata, dal colore a contrasto con quello della tomaia. Anche qui Blazy mostra lo spirito iconoclasta, ironizza e sovverte le regole, facendo diventare le punte quadrate o riducendo il colore a contrasto sulla punta a una sorta di mezza luna che suggerisce ma non replica le fattezze della tipica scarpa Chanel.

La camicia rubata al grande amore di Coco Chanel
Il capo must della collezione è senza dubbio la camicia, qui proposta in versione over e crop. Le camicie in passerella hanno tutte taglio maschile e fantasie che provengono dal menswear sartoriale. Blazy le croppa, accorciando le dimensioni, e le personalizza con un piccolo logo Chanel cucito in basso a sinistra. il logo cucito mima le forse delle cifre applicate sulle camicie maschili sartoriali, camicie che Coco Chanel era solita indossare e che rubava dal guardaroba di Arthur Capel (soprannominato da Madame "Boy") l'industriale di cui Coco Chanel fu innamorata per la vita. Con questo dettaglio Blazy insinua un elemento che mostra un nuovo approccio all'archivio di una grande Maison. Lo stilista non sceglie un tributo chiaro e ben evidente, nasconde nella scelta delle camicie maschili e in quel logo cucito il grande amore di quella donna che ha dato inizio a tutto.



Addio all'abito da sposa in chiusura
In chiusura l'ultima regola spezzata: Blazy non propone il suo look da sposa o almeno non ne propone uno tradizionale, ma un completo con una shirt in seta bianca, abbinata a un'enorme gonna multicolor coperta da volumetrici inserti a frange che ci ricordano l'amore di Blazy per le costruzioni materiche. Si chiude quindi con un look a colori e non con il classico abito da sposa, tradizione mantenuta negli anni da Chanel, con le varianti del caso, anche negli anni di Karl Lagerfeld. Il nuovo corso di Chanel accoglie solo ciò che del passato ha ancora senso, distrugge le icone per crearne di nuove, raccoglie l'heritage ma lo utilizza per raccontare una storia del tutto nuova.
