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J.Lo non è stata cacciata da Chanel, l’hanno trattata come una cliente normale. Come si accede alle boutique di lusso

Jennifer Lopez non è stata cacciata da una boutique Chanel, le hanno solo chiesto di aspettare. Ecco come funzionano gli accessi dei clienti “normali” nelle boutique di lusso di tutto il mondo e perché si creano lunghe file dinanzi ai negozi delle grandi griffe.
A cura di Marco Casola
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Mentre Jennifer Lopez si prepara a esibirsi al Cala di Volpe in Costa Smeralda e combatte con grilli volanti sul palco, ancora tutti parlano del fatto che sia stata "cacciata" da una boutique di Chanel in Turchia. E' stato il giornale Türkiye Today qualche giorno fa a diffondere la notizia, raccontando l'accaduto e riportando le diverse fasi dell'episodio, dal negato ingresso fino alla scelta della cantante di proseguire il suo shopping nel mall di lusso turco Istinye Park all'interno delle boutique di altri marchi. Sull'argomento è stato detto di tutto, si è parlato anche degli altri negozi in cui J.Lo è entrata e delle cifre che in questi avrebbe speso facendo perdere gli introiti del maxi shopping a Chanel.

L’interno della boutique Chanel in Rue Cambon a Parigi
L’interno della boutique Chanel in Rue Cambon a Parigi

Nei titoli di post sui social e degli articoli di giornale a campeggiare è la parola "cacciata", in realtà nessuno ha cacciato Jennifer Lopez dalla boutique di Chanel, quello che probabilmente è accaduto è che l'addetto alla gestione degli ingressi in boutique ha trattato l'artista pop come una normale cliente che fa la fila per entrare in un negozio di lusso. Non è chiaro se la persona addetta alla gestione degli ingressi non abbia riconosciuto l'artista o semplicemente abbia scelto di farle aspettare il suo turno nonostante fosse una Vip.

La fila fuori dalla boutique Chanel di Bond Street a Londra
La fila fuori dalla boutique Chanel di Bond Street a Londra

Come funzionano gli accessi nel boutique di lusso

In ogni caso l'episodio dipende da come le boutique di lusso, in tutto il mondo e di ogni marchio, gestiscono l'afflusso dei clienti all'interno dello store. Nella maggior parte dei casi le file che circondano i negozi del lusso hanno un motivo ben preciso. Tali boutique, non essendo come tutti gli altri negozi, preferiscono non riempire mai gli spazi, per evitare di proporre un'immagine troppo affollata e piena. Inoltre prevedono per i clienti un'esperienza di acquisto di un certo tipo, dunque si cerca di assegnare a ogni cliente un sales assistant o come più comunemente viene chiamato un addetto alle vendite. In molti casi alla fine dello shopping gli addetti alle vendite danno persino i propri contatti (mail e telefono aziendale) ai clienti, in modo da creare un rapporto diretto per proporre anche via telefono o mail le nuove collezione o per rispondere alle domande del cliente più affezionato. Lo fanno perché percepiscono commissioni in base alle vendite personali e dunque hanno tutto l'interesse nel coccolare i potenziali acquirenti creando anche un rapporto diretto che possa portare a un maggior numero di vendite.

Una cliente con sales assistant nella boutique Chanel del Peninsula hotel di Shanghai
Una cliente con sales assistant nella boutique Chanel del Peninsula hotel di Shanghai

Perché possono entrare pochi clienti nelle boutique di lusso

Bisogna poi sottolineare che nelle boutique di lusso sono in vendita abiti e accessori che hanno costi elevanti, spesso dunque i marchi preferiscono accompagnare il cliente nella scelta dei pezzi, sia per proteggere i prodotti da mani inesperte che potrebbero danneggiare pellami o tessuti preziosi, sia per far conoscere e scoprire al meglio tali prodotti attraverso la guida dell'addetto alle vendite. Tornando alla questione "coccole per il cliente" che spenderà cifre considerevoli, alcune Maison hanno salottini in cui fanno accomodare i compratori e dove offrono prima o dopo l'acquisto caffè, acqua, dolcetti o un flute di champagne.

File nei negozi delle griffe: hype o necessità?

Tutti i servizi accessori nominati prevedono che ogni cliente o gruppo di clienti sia seguito da un addetto che li conduca. Succede dunque che, laddove non ci siano sales assistant disponibili, alcuni clienti siano costretti ad attendere fuori dalla boutique. Questo genera le file che spesso vediamo dinanzi alle boutique di lusso, file che sicuramente creano un hype che i marchi non disdegnano, nonostante ciò si creano per dei motivi ben precisi e non solo per generare interesse.

Un salottino nella boutique Chanel di Brompton Cross a Londra
Un salottino nella boutique Chanel di Brompton Cross a Londra

Per gestire gli ingressi, alla porta di tutte le boutique di lusso ci sono dipendenti che consentono o bloccano l'accesso dei clienti. Il flusso degli accessi non deriva dalla scelta di chi è alla porta ma dalle regole imposte dal marchio della boutique. Regole che possono essere differenti e possono dipendere dall'ampiezza dello store o dal mood che sceglie di avere il marchio in questione e da cui dipendono il numero di clienti che è possibile far entrare negli spazi. Ecco dunque spiegato il "fattaccio" capitato a Jennifer Lopez che, quasi certamente, non è stata cacciata da una boutique Chanel in Turchia, forse è più probabile che le sia stato chiesto di aspettare in fila come lo si chiede a tutti gli altri clienti "normali".

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