I guilty pleasure di Camihawke e Guglielmo Scilla da quello in cucina a quello hot: “Abbiamo detto troppo”

Camihawke e Willwoosh (Camilla Boniardi e Guglielmo Scilla) si sono confidati a Fanpage.it in una lunga chiacchierata alla scoperta dei loro guilty pleasure. Nessun pelo sulla lingua: i due hanno sviscerato i loro piaceri inconfessabili arrivando alla conclusione di aver forse detto anche troppo! "Questo video ci insegna che a volte il silenzio vale più di 1000 parole" hanno ammesso alla fine, dopo aver svelato il guilty pleasure in cucina, quello hot da fare col partner, quello musicale e molto altro ancora.

Qual è il vostro guilty pleasure culinario?
C: Il mio è una particolare marca di gelato che contiene degli scrigni di cioccolato ripieni di burro d'arachidi e io quindi prendo vasetti e scavo alla ricerca di questi scrigni: versione speleologa. Mi sento Indiana Jones.
W: Prende solo quelli e quando tu vai a mangiare il suo gelato praticamente è un gelato alla vaniglia! Il mio invece è una cosa più torbida. Quando mia mamma comprava le fettine di carne, noi metà ce le sparavamo crude ed era una cosa che faceva orrore.
E il guilty pleasure musicale, quella canzone che ascoltate e cantate vergognandovene anche un po'…
C: Voglio metterla bene. Per quanto mi riguarda tutto il panorama neomelodico lo sento mio nonostante l'accento non gli renda giustizia. Però nelle mie segrete camere, dove nessuno può giudicare, "Ma si vene stasera…" io la canto!
W: Io invece ho tutti i concorrenti dei talent. Sono quelle cose che tendenzialmente se le canti e hai qualcuno che si rende conto della musica ti dice: "Uh tu ascolti questo?". Bellissimo, bravissimi. A me piace tutto ciò che piace a tutti, non ho uno gusti di nicchia: sono nazional popolare!
E il guilty pleasure social? Ci sono delle pagine che seguite con particolare passione?
C: Ho tanti guilty pleasure social, ne dico due. Il primo è Mukbang (video in cui una persona mangia enfatizzando i suoni del cibo, mentre interagisce col pubblico ndr). Però ho gusti abbastanza verticali, quindi prediligo ragazze asiatiche che mangiano noodles. Cose dolci non le voglio vedere, non voglio vedere uomini etero cessi: solo donne belle, potenti, sbrodolose, sonore. E poi c'è Keyla: invece lei mangia hamburger, patatine. La guarderei per ore con quel gloss, la amo.
W: Io sono sia con te, ma allo stesso tempo io adoro tutto ciò che è cringe tipico della Gen Z, dove fanno queste scenette con le facce. Mi fanno così orrore che li amo. Io con la mia amica Miranda ho una conversazione dove ci mandiamo solo i link di roba che ci cringia della Gen Z. Ce n'è uno che se un giorno lo trovo per strada io mi inchino e gli chiedo l'autografo.
C: Se tu vuoi droppare così la tua dignità, forse alla fine di stimo!

Qual era il guilty pleasure di quando eravate bambini?
C: Allora il mio sogno era sicuramente tutto il mondo caramelle, ma purtroppo non con un lieto fine. Credo di aver rischiato il ricovero per una marca in particolare di cui da piccola ero ossessionata. Una volta ero da mia zia e di nascosto, una per una, ho mangiato tutte queste caramelle nascondendo le carte nello zainetto. Tornata a casa mia madre ha aperto questo zainetto e ha detto: "Forse noi, tesoro, adesso andiamo in ospedale".
W: Il mio guilty pleasure da bambino è molto, molto peggiore del tuo, veramente mi vergogno. Allora io da bambino avevo questa cosa: in alcuni momenti, quando ero ispirato o particolarmente preso dai cartoni che vedevo, dovevo cantare come se fosse un musical. Ma non canzoni vere: erano canzoni finte, mie! Mi creavo i testi. Era tutto una fuga, era sempre un mondo nuovo tipo: "Voglio andarmene via di quiiiii". Mio fratello Gabriele un giorno mi ha sentito e mi ha detto, prendendomi in giro: "Ma tu sei psicopatico?". E io lì a negare. Per me era come stare dentro un cartone animato e ogni tanto partivo con le canzoncine.
C: Io tanto quanto odio te amo quel quel bambino.
Ci dite quel guilty pleasure hot da fare in coppia, col partner?
W: Allora, io non voglio fare come quelle star che dicono: "Ma io sono boring". Io non sono per niente boring, ma devo capire cosa si può dire e cosa non si può dire! Un guilty pleasure che si può dire è il brivido del poter essere scoperti da un momento all'altro, il brivido del finire su delle testate giornalistiche per i motivi sbagliati! E che dire: sì, magari un giorno succederà.
C: Io sono per l'abbondanza, la frequenza, l'apertura: però cosa c'è di guilty? Io non lo vivo male.
W: Ragazzi chi sceglie Camilla sceglie un'experience da cinque stelle!
C: Noi abbiamo dei soprannomi, siamo diverse personalità a seconda delle situazioni e la mia personalità di quando sto con qualcuno che mi piace è: Customer Care, Servizio Clienti!

Passiamo dalla coppia alla solitudine col guilty pleasure di quando sei solo a casa e nessuno ti vede, nessuno ti giudica…
C: Questo è più boring di quello di coppia. Io sinceramente mi sbraco sul divano, possibilmente (e lo dico perché non c'è timore in questo) senza mutande, gioco alla play senza timore di stare dalle nove di mattina alle 18 di sera senza sapere cosa succede nel mondo esterno. A noi del mondo esterno non ci interessa! (ride ndr)
W: Io ci sto poco a casa, perché poi mi annoio e devo vedere persone. Però il mio guilty pleasure quando sono solo è anche un po' social ed è causarmi il pianto. Quindi vedere video molto tristi di persone che riabbracciano i genitori, proposte di matrimonio e quindi stare lì nudo anch'io a piangere!
Per finire c'è un guilty pleasure che non abbiamo menzionato che vi va di condividere?
C: Beh abbiamo detto tanto, forse troppo. E questo video ci insegna che a volte il silenzio vale più di mille parole.
W: Fateci però sapere i vostri però, perché tutti bravi a criticare gli altri!