71 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Festival di Sanremo 2023

Il palco di Sanremo 2023, lo scenografo Castelli a Fanpage.it: “È la più grande scenografia mai fatta.”

Amadeus ha svelato le prime immagini della scenografia del festival di Sanremo 2023 e abbiamo intervistato lo scenografo Gaetano Castelli per capire com’è fatta.
A cura di Clara Salzano
71 CONDIVISIONI
La scenografia di Sanremo 2023 - Credit Raiplay
La scenografia di Sanremo 2023 – Credit Raiplay
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Il conto alla rovescia per il Festival di Sanremo 2023 è ormai iniziato. Tanta la curiosità che ruota intorno alla più importante manifestazione canora italiana, dalla musica che porteranno gli artisti in gara agli abiti che indosseranno conduttrici sul palco dell'Ariston. Nella puntata di Viva Rai del 24 gennaio 2023, il conduttore di Sanremo 2023 Amadeus ha svelato quella che è uno delle curiosità più attese della kermesse: la scenografia del Festival. Disegnata anche quest'anno dall'architetto Gaetano Castelli e dalla figlia Maria Chiara Castelli, la scenografia di Sanremo 2023 mostrata da Amadeus trasforma il palco dell'Ariston in un'enorme cupola luminosa. Abbiamo intervistato lo scenografo Castelli per farci raccontare il progetto e le altre novità che vedremo sul palco del settantatreesimo Festival di Sanremo.

Amadeus svela la scenografia di Sanremo 2023 a Viva Rai 2
Amadeus svela la scenografia di Sanremo 2023 a Viva Rai 2

Qual è stata la Sua reazione all'anteprima di Amadeus stamattina?

Non avevo visto l'intervento di Amadeus ma mi hanno fatto recuperare dopo quello che è andato in onda (e Fiorello che imita la mia voce, da anni tra l'altro). Quando ho visto la scenografia, che era tutta blu, ho pensato che non era quella l'immagine reale del palco perché nella realtà la scena è tutt'altra. Mancano tutti gli effetti. È una scenografia spettacolare! Per cui il progetto non è stato scoperto del tutto perché per mostrarlo interamente bisogna vedere le immagini con le telecamere. Il pubblico però ha iniziato ad assaporare quello che sarà. Poi chiaramente più se ne parla meglio è per tutti.

Come è nato il progetto della scenografia per il Festival di Sanremo 2023?

Amadeus ha chiamato me e mia figlia (Maria Chiara Castelli) all'inizio di marzo 2022, subito dopo il Festival di Sanremo fatto venti giorni prima, e ci ha detto: "Sentite, io immagino una cupola". Lì per lì ci ha preso un momento di sgomento, perché certamente quello che facciamo per il palco dell'Ariston è tutto più leggero, più arioso, giocato sulle prospettive e sui colori. Invece parlare di "cupola" rimanda immediatamente al Pantheon, soprattutto per me che sono di Roma, che è qualcosa di ingombrante, di massiccio, anche se è la cupola più famosa al mondo… Partendo da quest'idea però, abbiamo provato a trovare dei materiali leggeri che possano cambiare con la luce. È tutto basato sulla prospettiva. Ci abbiamo lavorato a lungo e credo che l'effetto farà sognare lo spettatore.

La "cupola" del festival di Sanremo 2023
La "cupola" del festival di Sanremo 2023

Dalle immagini condivise vediamo che c'è un grande gioco di prospettiva, perché il palco dell'Ariston è molto stretto. Come siete riusciti a creare questa cupola gigantesca? 

Ci siamo inventati una cupola fatta di specchio. L'immagine è fatta da tutti tronchi di piramide di specchio, o meglio di un materiale che abbiamo fatto noi usando la plastica e la pellicola a specchio. E questo ci ha permesso di far sì che illuminando da dietro, la struttura scomparisse e rimanesse solo l'intelaiatura. Il tutto ha una leggerezza e una possibilità di cambio di colori, di immagini, pazzesca! Mai fatta prima. Ogni elemento di questi triangoli sono dei Led che non si vedono, a quattro colori, e quindi si possono formare disegni. È una cupola un po' magica.

Quali altri dettagli emergono dalla scenografia di quest'anno?

Dalla cupola siamo arrivati alle pareti e, venendo in avanti, per la prima volta ho detto a mia figlia: "Perché non proviamo a fare una scenografia sul soffitto del teatro, cercando di mettere degli elementi che possano nascondere il rettangolo del boccascena del teatro?!". Così si crea quasi un tunnel dove lo spettatore da casa può entrare, fin dentro la scenografia, grazie anche alla regia e al lavoro di tutti. Così si ha l'impressione che il palco sia immenso.

Poi la cosa importante è stata la scelta del colore. Ho lottato fino alla fine per il bianco perché io voglio far vedere la scenografia. Questo bianco, avendo all'interno delle luci, può colorarsi. Però la scena si vedrà sempre mentre con i ledwall avevamo il rischio che quando tutto è spento si nota solo una parete nera.

Parte dell'orchestra di Sanremo 2023 sul palco dell'Ariston
Parte dell'orchestra di Sanremo 2023 sul palco dell'Ariston

Ci sono state già delle critiche alla vostra scenografia?

Dopo l'anteprima di Amadeus stamattina ho letto che qualcuno ha scritto: "Castelli ha tolto le poltrone", come se volessi fare io il protagonista. In realtà rispetto all'anno scorso ci sono 28 poltrone in più, non in meno. Ma l'effetto, quando uno entra all'Ariston quest'anno, è che la scenografia sia gigantesca. Poi io lavoro per il pubblico da casa e, se l'Ariston è profondo dieci metri, in più c'è anche l'orchestra, e siamo riusciti con la prospettiva ad ingrandire la scena, da un lato mi diverte che non si dica "Che bravi" ma solo "Meno poltrone?", dall'altra mi dà fastidio perché so il lavoro che c'è stato dietro per ottenere l'effetto di profondità. Era difficile fare una prospettiva maggiore di quella creata. Credo sia la scenografia più grande mai realizzata, per me, non tanto per mole di materiali usati ma per come sono stati messi, che creano grandezza e profondità.

Com'è la scala sul palco dell'Ariston 2023? Qual è stata l'idea che vi ha guidato?

Premesso che io la scala la toglierei. Ho fatto così per una scenografia di Sanremo in cui ho sostituito la scala con un ovale di otto metri dove scendeva Antonella Clerici, ed è stato un lavoro di ingegneria grandioso. Quest'anno la scala però c'è ma non è frontale, inizia un po' elicoidale. La grafica della scala non ha mai immagini figurative, come per la cupola, ma solo effetti cromatici.

Che ruolo ha l'orchestra nella scenografia di Sanremo 2023?

Il regista, Stefano Vicario, ha messo per la prima volta un binario circolare che entra dentro l'orchestra a 180 gradi e questo ci permette di vedere gli orchestrali, di stare dentro l'orchestra, di avere lo strumento in primo piano e poi vedere il cantante per intero con la "cupola" sopra. Sono tantissime le novità della scenografia di quest'anno.

Alcuni dettagli sul palco dell'Ariston 2023
Alcuni dettagli sul palco dell'Ariston 2023

Quanto tempo ci avete impiegato per realizzare questa scenografia?

Un anno circa.

Lei è alla sua 21esima scenografia di Sanremo, la nona con sua figlia, guardandosi indietro: qual è il rapporto che ha ogni volta che lascia una scenografia per iniziarne una nuova? C'è una scenografia che ha preferito più di altre?

Credo che la scenografia di quest'anno sia la migliore perché andando avanti con l'esperienza e la tecnologia, si migliora sempre. Poi dalla prima scena che ho fatto nel 1987, dove non c'era l'orchestra e i cantanti cantavano su basi musicali, è cambiato il mondo. Allora avevamo solo i neon, oggi abbiamo i Led che con 5 centimetri possono illuminare un'intera pedana.

Lei ha lavorato con i più grandi del mondo della televisione. C'è qualche personaggio che ricorda particolarmente?

Il mio mito, che per me è un amico, è Pippo Baudo. Ci conosciamo da 50 anni. Però, dopo Pippo Baudo, che amo più di tutti, come artista c'è Celentano che è un creativo, un grande cantante, e con lui ho fatto molti programmi e concerti rock. Poi Amadeus è stato una bellissima scoperta. È un gran signore, è bravo, gentile, un professionista, viene dalla radio e ha una dizione perfetta.

Gaetano Castelli e Pippo Baudo a Roma nel 2018
Gaetano Castelli e Pippo Baudo a Roma nel 2018

Come sarà il futuro della scenografia?

Vorrei che la Rai facesse un'operazione di ricerca per ritornare una volta l'anno al gran varietà come facevamo noi. All'estero vogliono un po' quel tipo di scenografia perché fa parte del nostro DNA. Noi italiani siamo conosciuti in tutto il mondo per questo. I nostri laboratori li stiamo perdendo. In Rai oggi ci sono nove macchinisti e costruttori, prima ne erano cento. Portiamo invece avanti questi lavori, i laboratori di costruzione, scultura, etc. Ci sono degli elementi che vanno inseriti nella scenografia ma se non si conosce la tecnica, se non ci sono i laboratori che sviluppano le idee, alla fine non resta nulla. Ormai sono rimasti solo pochi maestri ma se non vengono prese nuove figure a cui trasmettere il sapere, la fine sarà solo ledwall e pareti nere. Non saremo più noi, come italiani, conosciuti in tutto il mondo per la nostra creatività.

Qual è il suo desiderio quando fa una scenografia per il Festival di Sanremo?

Il desiderio è che vada tutto bene e i giudizi siano sempre migliori dell'ultimo lavoro. Poi il mio lavoro è quello di creare sogni, di far sognare il pubblico, di farlo divertire, di dargli l'idea che per qualche ora possa dimenticare tutti i suoi problemi e vivere quel sogno.

71 CONDIVISIONI
711 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views