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Perché tradiamo? La psicologa: “L’idea che basti trovare la propria metà per vivere felici è una favola”

Tradire è da sempre uno dei motivi principali che porta una coppia alla rottura, è l’estremo gesto che frantuma la fiducia di chi amiamo. Ma cosa si nasconde dietro questa dinamica? E quali sono i risvolti psicologici che crea all’interno di una coppia? Ne abbiamo parlato con un’esperta per capire meglio le sfaccettature del tradimento.
Intervista a Dott.ssa Chiara Simonelli
Psicoterapeuta e sessuologa alla Fondazione Sapienza di Roma
A cura di Elisa Capitani
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C'è chi lo fa in modo recidivo, chi dice che è stato un errore del momento e non succederà mai più e chi giura che non ha fatto niente. Si stima che circa il 25% degli italiani abbia tradito almeno una volta nella vita e questo è solo il dato di chi lo ha ammesso, quindi potrebbero effettivamente essere di più i "traditori". Abbiamo parlato con la Dott.ssa Chiara Simonelli, psicoterapeuta e sessuologa alla Fondazione Sapienza di Roma, per cercare di capire i meccanismi psicologici dietro questo comportamento e le conseguenze che innesca nelle varie dinamiche di coppia.

I mille volti del tradimento

Il tradimento non ha una sola forma né una sola definizione: "Ci sono talmente tanti tipi di tradimento che è difficile trovare qualcuno che non ne sia stato toccato, in un modo o nell’altro", spiega Simonelli. Oggi, grazie (o forse dovremmo dire a causa) delle tecnologie, i confini si sono fatti più sfumati, non serve più il contatto fisico per ferire. "Un tempo ci si incontrava come corpo e poi si scopriva la mente. Ora spesso avviene il contrario: ci si conosce online, si condividono pensieri, desideri, intimità emotiva e quello, per molti, è già una forma di tradimento", racconta l'esperta. Inoltre, anche tra le coppie aperte che non praticano la monogamia si riscontrano molti casi di tradimento, soprattutto quando vengono infrante le regole consensuali stabilite e accettate da entrambi i partner, a prova del fatto che il tradimento ha davvero mille sfaccettature. Infatti, all'interno della dinamica del tradimento ci si può trovare in ruoli diversi: c'è chi tradisce, chi viene tradito, chi diventa "l’altra persona". Ma, in ogni caso, la ferita intacca sempre la fiducia, la lealtà e l'orgoglio.

Il bisogno di esplorare

Quando si affronta la fatidica discussione, sono molteplici le scuse che vengono poi usate da chi ha tradito; alcune hanno radici vere e comprensibili, altre non sono che giustificazioni per non assumersi le proprie responsabilità. Eppure, come spiega Simonelli, la maggior parte dei tradimenti non nascono da una mancanza, ma dal desiderio di scoperta, insito nell'essere umano dalla sua creazione. "L’essere umano è aperto al mondo e in continua evoluzione: la curiosità, l’esplorazione, l’apertura verso nuovi territori fanno parte di noi," spiega Simonelli. Il tradimento può diventare così una finestra su un altro mondo, un modo per ritrovare parti di sé, non necessariamente segno di una relazione infelice, ma può essere il sintomo di un equilibrio che si è spezzato. "Non siamo due mezze mele che combaciano per sempre. L’idea che basti trovare la propria metà per vivere felici e contenti è una favola: nessuno ci ha mai detto come finivano le storie dei film romantici che guardavamo dopo quella frase". La monogamia, quindi, non è una condizione naturale ma una scelta consapevole: “Altro che gene della fedeltà: la monogamia è una decisione morale, personale, a volte momentanea. Si sceglie di restare, non perché non esistano alternative, ma perché si riconosce un valore in quella relazione.” E quando si dà valore a qualcosa, tradire la persona con cui si condivide una relazione equivale al profanare qualcosa di sacro.

Il dolore di chi subisce il tradimento

Per chi lo subisce, il tradimento è spesso e ovviamente devastante sotto ogni punto di vista. Spiega Simonelli: "Le persone tradite dicono tutte la stessa frase: non mi fido più. È la perdita del patto implicito, della fiducia totale che si dà a chi si ama." Quel patto, anche se mai pronunciato, è sacro. Romperlo significa quindi dissacrare l’amore, infrangere il senso di esclusività su cui si fonda la coppia (per chi sceglie una relazione monogama) e il senso di libertà consensuale condivisa e scelta (per chi sceglie relazioni non monogame). Subentrano poi inevitabilmente la comparazione, l’autosvalutazione, le fantasie dolorose sull’altra persona: "Chi subentra non viene mai visto come diverso, ma come migliore. Se la persona è più giovane, allora io non valgo più. Se è più bella, io non basto più", spiega Simonelli. Dietro il dolore si nasconde spesso una paura antica, quella dell’abbandono: "Essere traditi risveglia il gelo che si prova quando si è lasciati soli da bambini. È la sensazione di non contare più nulla per chi amiamo".

Si può davvero ricominciare dopo un tradimento?

Superare un tradimento è ovviamente possibile, ma non sempre. Spiega Simonelli: "Dipende molto dal carattere di entrambi. Se la persona tradita resta bloccata nel controllo e nel risentimento, la relazione si può trasformare in un inferno per entrambe le parti". Serve tempo, e spesso un aiuto esterno. In questo senso, la terapia di coppia può essere sicuramente utile, ma solo se entrambe le parti coinvolte vogliono davvero ripartire, di propria volontà e non solo per dovere o per gli eventuali figli, perché altrimenti c'è il rischio di trasmettere o tramandare un modello tossico. "Perché il rischio", sottolinea Simonelli, "è che la ferita si tramandi: un figlio che cresce vedendo una madre vittima o un padre infedele impara un’idea distorta dell’amore. Per questo, se si decide di restare, bisogna farlo con coraggio e responsabilità. E forse", aggiunge, "anche con un po’ di comprensione per sé stessi: tutti, nella vita, possiamo essere traditori, traditi o altri. Ma da ognuno di questi ruoli, se siamo disposti a guardare dentro, possiamo imparare qualcosa".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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