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Matrimonio a prima vista, i 10 consigli della sessuologa Nada Loffredi per far durare una relazione

Comunicazione efficace, imparare a chiedere scusa, coltivare un proprio giardino segreto, sono alcuni dei consigli per garantire lunga vita e serenità alle relazioni.
Intervista a Dott.ssa Nada Loffredi
Psicoterapeuta e sessuologa
A cura di Francesca Parlato
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È un bilancio alla pari quello tra matrimoni, separazioni e divorzi in Italia. Secondo l'ultima rilevazione Istat, relativa al 2019, per 184.088 matrimoni celebrati, ci sono stati infatti 85.349 divorzi e 97.474 separazioni. Già perché "L'amore è eterno finché dura", diceva il titolo di un film di Carlo Verdone del 2004. Ma anche se siamo nell'epoca di Tinder, delle storie mordi e fuggi e delle relazioni che si consumano nel tempo di un match, ancora vogliamo credere all'happy ending, al vissero per sempre felici e contenti. L'unico modo? L'impegno. La ricetta dell'amore eterno non esiste, ma esistono sicuramente alcuni consigli pratici che possiamo mettere in atto per garantire la tenuta della nostra relazione. Quali sono li abbiamo chiesti a un'esperta, alla psicoterapeuta e sessuologa Nada Loffredi, consulente del programma "Matrimonio a prima vista Italia".

1. Il colpo di fulmine non basta

Può essere romantico, da film, ma per una solida unione serve comunque una conoscenza profonda. "Basare un rapporto su un colpo di fulmine è parecchio rischioso – spiega Loffredi – Ovviamente ci sono le eccezioni che confermano la regola, ma certamente il rapporto che si basa su una conoscenza approfondita dell'altro (che, attenzione, non vuol dire conoscere il passato) vivendo il presente e capendo l'altro nel quotidiano è destinato a durare. Per questo a volte prima di un matrimonio una periodo di convivenza potrebbe essere utile per conoscersi più a fondo".

2. No alla sciatteria emotiva

L'errore più comune che si possa fare in una relazione è dare il partner e in generale il rapporto per scontato. "Non bisogna mai cedere alla tentazione di diventare sciatti. La sciatteria emotiva è deleteria per ogni relazione. Molte persone fanno l'errore di credere che il matrimonio possa andare avanti per inerzia. Ma un rapporto va coltivato attraverso piccole attenzioni, attestati di stima quotidiani all'altra persona". Ogni rapporto inizia dando il meglio di sé, si mostra all'altro il nostro lato migliore, tutte le qualità di cui andiamo fieri. "E poi c'è il rischio di andare alla deriva. Di andare verso la sciatteria emotiva. Non voglio certo dire che in un rapporto si possono avere sempre le stesse attenzioni dell'inizio, ma non bisogna smettere di avere cura dell'altro. Alle coppie che vengono in terapia consiglio spesso dei piccoli esercizi, molto semplici, ma che sono utili per non dimenticarsi mai di come si stava all'inizio". 

3. Preservare l'eros

Anche in questo caso è necessario essere realisti. Il sesso non potrà sempre essere come nei primi mesi di relazione ma questo non vuol dire che il capitolo debba essere chiuso dopo qualche anno. "Bisogna mettere in conto che la passione provata all'inizio necessariamente si trasforma. Ma la deriva è rischiosa: smettere di avere rapporti o averli troppo saltuariamente può essere causa di rottura". All'inizio di ogni storia d'amore si fa di tutto per ritagliarsi del tempo per stare insieme, per vivere l'intimità. "La scusa più gettonata dopo qualche anno di relazione è che non si ha abbastanza tempo, che si è stanchi: non ci si ritaglia più quello spazio necessario per curare questa sfera della vita invece così essenziale per la tenuta di una relazione. L'eros deve essere sempre preservato".

4. Impegno e responsabilità

Molte coppie hanno fanno fatica quando gli si para davanti un problema, una difficoltà e questo può provocare delle crisi. "Bisogna avere la forza quando ci sono dei momenti no di mettersi al tavolino e parlarne, confidarsi. Il rischio altrimenti è che si arrivi al tradimento, ad azioni di cui ci si può pentire che comportano una mancanza di rispetto verso il partner e che potrebbero compromettere per sempre la relazione". 

5. L'importanza della comunicazione efficace

Così come dovremmo ricordarci di ricavare il tempo per il sesso all'interno della relazione, altrettanta importanza la merita il dialogo. "Dialogo e intimità psicologica sono essenziali per garantire la tenuta di un rapporto. Bisogna proprio imparare quali sono i termini e gli elementi per far sì che la comunicazione sia efficace. Oggi siamo abituati a far tutto di fretta, a non prenderci il tempo per parlare per confrontarci e se lo facciamo utilizziamo degli strumenti inadeguati. Un dialogo in una relazione d'amore deve avvenire in un tempo e uno spazio dedicato, durante una cena, una passeggiata, un momento ad hoc. Non al telefono o di corsa tra un appuntamento di lavoro e una faccenda da sbrigare. Anche in questo ci vuole impegno".

6. Ritagliarsi degli spazi personali

Avere cura della coppia vuol dire anche avere cura di sé stessi. Preservare uno spazio personale, coltivare degli interessi al di fuori della relazione è indispensabile. "L'amore è l'intersezione di due sfere – sottolinea Loffredi – Questa intersezione è la sfera del noi, dove ci mettiamo tutto dentro, dai progetti comuni ai figli, ma non dobbiamo dimenticare la restante parte. Ovvero le nostre individualità. I confini devono essere permeabili per far sì che ci si possa arricchire, si possa migliorare attraverso la sfera del noi. Ma questi confini devono esserci e devono essere molto chiari all'altro. Le coppie fuse o simbiotiche rischiano di avere vita breve". 

7. Il giardino segreto

E a proposito di individualità è consigliabile anche non condividere proprio tutto con il proprio partner. "Bisogna coltivare un proprio giardino segreto. Dove possono rientrare ad esempio delle fantasie che non si ha voglia di condividere. Non possiamo pensare di non avere una bolla intima, non dobbiamo condividere tutto fino all'osso. Anche perché c'è il rischio che molte cose vengano accolte in maniera sbagliata o siano equivocate".

8. Imparare a chiedere scusa

Un altro consiglio per garantire la tenuta di un rapporto è imparare a chiedere scusa. "Non è facile, ma dovremmo imparare ad esempio a utilizzare il pronome personale "io", a non puntare mai il dito verso l'altro, e ricordarsi sempre che l'obiettivo è stare bene insieme, non cercare vincitori o vinti. Dovremmo imparare a collaborare sempre, come una squadra, verso una direzione comune". 

9. L'importanza della socialità

Esistono diversi tipi di coppie, quelle molto aperte, che sono sempre in compagnia di amici e quelle ‘nucleari' che fanno vita a sé, che non frequentano nessuno, che hanno una socialità molto limitata o del tutto assente. Indovinate quale rischia di avere vita più breve? "Le coppie chiuse all'esterno rispetto a una sfera sociale, rischiano di morire di asfissia – spiega Loffredi – Il nucleo è sicuramente importante, ma per poter funzionare al meglio c'è bisogno della sfera familiare, di quella della famiglia d'origine, delle amicizie, e via via allargando il cerchio". 

10. Imparare a gestire il conflitto

Tutte le coppie litigano, ci sono quelle che discutono e riescono a superare la crisi velocemente, ci sono quelle più rancorose che si portano dietro una discussione per giorni, quelle che non conoscono limiti e se ne dicono di ogni senza rendersi conto di quanto invece le parole possano ferire. "La gestione del conflitto è una competenza fondamentale. Quando si arriva a litigare o a discutere bisogna sempre ricordarsi che quello che si dirà in un momento di rabbia potrà fare del male all'altra persona. Per questo è bene sempre evitare di usare grandi paroloni o fare grandi proclami. Cerchiamo sempre di contestualizzare quello che ha scatenato il diverbio e cerchiamo di rimanere all'interno dell'argomento che stiamo affrontando. Evitiamo di rivangare il passato, abbiamo un problema risolviamolo sul momento, senza rinfacciare cose accadute anni prima. È un consiglio forse anche banale, ma è saper gestire una discussione in maniera efficace e funzionale non è una capacità che appartiene a tutti".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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