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E se il sonno ci rendesse più intelligenti? Come migliorare le performance del nostro cervello dormendo

Chi ha detto che “Chi dorme, non piglia pesci” si sbagliava. Durante il sonno il cervello svolge delle azioni fondamentali per migliorare la sue efficienza. Ne abbiamo parlato con il neuropsicologo Iannoccari.
Intervista a Prof. Giuseppe Iannoccari
Neuropsicologo e presidente dell'Associazione Assomensana
A cura di Francesca Parlato
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Se bastasse dormire per renderci più intelligenti avremmo schiere di persone con un Quoziente Intellettivo certificato altissimo. Il riposo, per quanto sia uno dei pilastri del benessere, non può infatti migliorare la nostra intelligenza, ma è vero però che dormire, seguendo alcune regole, può rendere il nostro cervello più efficiente e più performante. "Dormire è una condizione necessaria, vitale, possiamo stare senza mangiare ma non senza dormire: ci sono studi che mettono in evidenza che bastano 48 ore di privazione del sonno per far emergere dei sintomi psicotici come la perdita dell'orientamento – spiega a Fanpage.it il professor Giuseppe Iannoccari, neuropsicologoE possiamo dire in realtà che non dormire bene può far perdere intelligenza, considerando che il riposo serve più al nostro cervello che al nostro organismo".

Perché il sonno è importante per migliorare l'efficienza mentale

A differenza infatti di quello che pensiamo il sonno serve relativamente all'organismo e molto di più alla nostra mente. "Possiamo riposarci anche stando seduti sul divano, non necessariamente dormendo. È proprio il cervello il maggior destinatario dell'attività notturna". Durante il sonno infatti il cervello si rimette in sesto. "Morfeo è il giardiniere del nostro cervello. Durante la notte ripulisce e taglia via tutte quelle memorie che non ci interessano, che occupano spazio, e consolida le informazioni importanti – spiega Iannoccari – Nelle prime due, tre ore di sonno il cervello si riduce, come una spugna per consentire al liquido extra cellulare di ripulirlo da tutti i residui tossici e in più sempre durante il sonno vengono sfoltite le sinapsi da quelle memorie involontarie che creiamo durante il giorno". Ad esempio, se siamo seduti alla scrivania il nostro cervello memorizza quello che vede, il portapenne, il blocchetto di post-it che sta terminando, informazioni non indispensabili, che occuperebbero spazio, affollando inutilmente la nostra memoria e che per questo possono essere eliminate. "Il cervello di notte fa un lavoro sulla pertinenza: se non si tratta di informazioni importanti, salienti, le sfoltisce. Mantenerle costerebbe nutrimento, sangue, glucosio, proteine e fatica. Se non servono, il cervello smonta queste impalcature. Per questo diciamo che Morfeo è un giardiniere: sfoltisce tutti i rami secchi e costruisce e coltiva quello che ci serve". 

Meglio studiare la sera o la mattina?

Il sonno non ci renderà più intelligenti ma è vero che studiare delle informazioni la sera consente al cervello di memorizzare al meglio le informazioni. "A dimostrarlo è stato uno studio scientifico: è stato dato del materiale da studiare a un campione di persone, che doveva memorizzarlo al mattino presto oppure la sera prima di andare a letto. A entrambi i gruppi è stato chiesto di rievocarlo dopo 8 ore. E si è visto che le persone che avevano studiato prima di andare a letto riuscivano a ricordare ben l'80% di quello che avevano letto, mentre l'altro gruppo soltanto il 40%". Questo dimostra quindi che ciò che apprendiamo prima di addormentarci si sedimenta meglio. "Bisogna però chiarire che tra i motivi, oltre al consolidamento delle informazioni nei circuiti cerebrali c'è anche il fatto che di notte non abbiamo interferenze, non ci sono distrazioni che assorbono energia e disturbano l'apprendimento, come invece ci succede durante il giorno". Diverso è invece il caso di chi crede che per memorizzare delle informazioni o una lingua basti indossare delle cuffie durante la notte con una lezione in play. "Era un'abitudine molto diffusa negli anni passati, soprattutto per chi voleva apprendere una lingua straniera. In realtà però non c'è alcun fondamento scientifico. Anzi. Gli unici momenti in cui durante la notte possiamo memorizzare qualcosa di nuovo sono i microrisvegli, quelli che servono anche a farci ricordare i sogni. Ma durante il sonno tutte le informazioni in entrata sono selezionate ed escluse. Altrimenti ricorderemo anche il rumore del camion che passa!". 

Cosa fare prima di andare a dormire

Se vogliamo che il sonno rinforzi e consolidi alcuni fatti salienti, delle particolari notizie o momenti cruciali della giornata, possiamo provare prima di addormentarci a concentrarci su ciò che di più significativo ci è successo durante la giornata. "Possiamo provare a schedare e memorizzare gli eventi più interessanti, creando così una sorta di strato della memoria. Facendo un riepilogo della giornata aiutiamo il nostro cervello a selezionare e a sedimentare le memorie che più ci interessano e inoltre questa tecnica è anche in grado di farci scivolare più velocemente nel sonno". Molto importante, per aiutare il cervello a riposare nella maniera più corretta possibile, è seguire alcune regole di igiene del sonno. "Tra le più importanti: evitare di esporci agli schermi che emettono luce blu, come smartphone, tablet e televisori, perché interferiscono con la melatonina. Il cervello infatti risponde agli stimoli della luce blu secernendo gli ormoni che produce durante il giorno che disturbano la melatonina". Attenzione anche a non esagerare con cibi pesanti la sera. "Anche l'insulina, che si produce dopo i pasti, è un concorrente della melatonina e potrebbe causarci problemi nell'addormentamento". 

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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