27 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Cos’è lo sharenting e quali sono i rischi di esporre i propri figli con foto e video sui social

Il caso Ferragnez ha riacceso il dibattito sui rischi della sovraesposizione dei minori attraverso i social network, ne abbiamo parlato con l’esperta di Save The Children Brunella Greco e con lo psicoterapeuta Giuseppe Lavenia.
Intervista a Dott.ssa Brunella Greco
Esperta di tutela di minori online per Save The Children
A cura di Francesca Parlato
27 CONDIVISIONI
donna smartphone sharenting

Postare o non postare le foto dei figli sui social? È questo il dilemma del momento. Il caso Ferragnez ha infatti riacceso le polemiche sui rischi dell'esposizione, o meglio della sovraesposizione dei minori su internet. In realtà si tratta di un dibattito importante che ancora non ha trovato in Italia una soluzione dal punto di vista normativo (ci sono stati diversi tavoli di lavoro di esperti ma ancora non esiste una legge che tuteli i minori e il loro diritto alla privacy online) e che divide l'opinione pubblica. C'è chi infatti ritiene assolutamente naturale, visto l'uso diffuso e massiccio che facciamo dei social, pubblicare anche le foto dei propri bambini e chi invece assume delle posizioni più rigorose sul tema.

Sharenting: genitori che postano troppo

Negli Stati Uniti è stato coniato il termine "Sharenting" (da share, ovvero condividere, e parenting, ovvero genitorialità) per descrivere il fenomeno della condivisione costante da parte di madri e padri di momenti di vita quotidiana dei propri figli. "Ci sono diversi aspetti di cui bisogna tenere conto quando scegliamo di condividere una foto online di un minore – spiega a Fanpage.it la dottoressa Brunella Greco, sociologa e esperta di Save The Children in tema di tutela dei minori online – Il primo riguarda il fatto che pubblicare delle foto di nostro figlio contribuisce alla costruzione della sua identità digitale e oggi sappiamo bene quale è il valore della nostra immagine online". In futuro, ad esempio, nostro figlio potrebbe provare vergogna per le foto pubblicate che lo ritraggono in momenti imbarazzanti. "Il minore non può esprimere il proprio consenso – continua Greco – L'identità digitale oggi, proprio per le innovazioni tecnologiche che stiamo vivendo, è un tema sempre più centrale".

Sharenting: i rischi per la crescita sana dei bambini

L'altro aspetto problematico dello sharenting riguarda le ripercussioni psicologiche: viviamo nella società della performance e se prima c'erano soltanto i voti a scuola e lo sport ad accendere la competizione, oggi si sono aggiunti anche i like. "I bambini vivono questo tipo di pressione sociale, la avvertono. – chiarisce Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta, esperto di dipendenze tecnologiche e cyberbullismo – I social hanno estremizzato la ricerca del like e si innesca un meccanismo per cui se non sono seguito, se non ricevo abbastanza consensi, non esisto". Molti genitori a volte neanche si rendono conto di innescare questo tipo di dinamiche: chiedono al proprio figlio di sorridere, scattano una foto e la pubblicano e lo rendono partecipe del ‘successo' del post. "Il bambino comincerà a voler sapere quanti like ha ottenuto, a misurare il suo valore in termini di like. E questo accadrà proprio nel momento in cui sta cominciando a costruirsi la prima immagine di sé, a relazionarsi con i mondo fuori da quello genitoriale" specifica Greco.

Attenzione ai dati sensibili dei minori

L'altro rischio quando si tratta di postare foto di minori online è quello di diffondere involontariamente dati sensibili, con un post o una foto possiamo divulgare molti più dati di quelli che immaginiamo. "Seminiamo delle tracce dei nostri figli prima che possano formarsi e scegliere la loro identità digitale" chiarisce Lavenia. "Attitudine, carattere, sport, le materie che preferiscono a scuola o i giocattoli desiderati. Senza rendercene conto possiamo fornire migliaia di informazioni che potranno essere utilizzate nei processi di avvicinamento e adescamento sessuale" spiega Greco. L'altro gravissimo rischio è quello che le foto dei bambini diventino materiale pedopornografico. "Si tratta di materiali che spesso nascono da foto innocenti – continua Greco – Bisogna sempre tenere presente che difficilmente quello che carichiamo online si può eliminare". 

Postare o non postare? I 4 consigli dell'esperta

Per lo psicologo Lavenia la soluzione è non postare. "Oltre alla pedofilia e alla condivisione di dati sensibili, dobbiamo pensare al futuro che farà quella foto o quel video: i nostri figli da più grandi come minimo le vivranno come imbarazzanti e, per alcuni di questi, le vecchie foto potranno diventare motivo di prese in giro da parte dei compagni o di veri e propri fenomeni di cyberbullismo. Non c'è alternativa l’unica soluzione è smettere di postare foto e video dei nostri figli nei social". Ma se proprio volete postare una foto dei vostri bambini, se la vostra posizione è meno rigida sul tema, la dottoressa Greco ha alcuni consigli utili per un uso corretto e sicuro dei social media.

  1. Evitare foto di momenti intimi come il bagnetto ed evitare di pubblicare foto dove il volto è in primo piano o dove si vedono altri bambini;
  2. Attenzione a non condividere informazioni o dati sensibili, come l'indirizzo della scuola o di casa, il luogo delle vacanze o la palestra dove il bambino fa sport;
  3. Chiedere, se possibile, il consenso a nostro figlio;
  4. Restringere la privacy di questo tipo di post soltanto ai nostri amici.
Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
27 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views