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Come riconoscere le allergie autunnali, l’esperta: “Vengono confuse col comune raffreddore”

Le allergie non sono solo primaverili: c’è un picco anche in autunno, a ottobre-novembre. Fanpage.it ha chiesto a un’esperta come comportarsi.
Intervista a Dott.ssa Giulia Di Colo
allergologa dell’IRCCS Ospedale San Raffaele
A cura di Giusy Dente
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Con l'arrivo dell'autunno si cominciano a diffondere quei malanni tipici di stagione che tengono tutti a letto. Ma non sempre la causa va ricondotta all'influenza. Infatti benché le allergie vengano tipicamente associate al periodo primaverile, in realtà anche tra ottobre e novembre è molto diffuso sviluppare delle ipersensibilità, che si manifestano con sintomi simili a quelli influenzali. Confondere le due cose è possibile, quindi abbiamo chiesto a un'esperta come fare per distinguere le due situazioni e muoversi nella giusta direzione per la guarigione. La dott.ssa Giulia Di Colo, allergologa dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, ha chiarito a quali elementi prestare più attenzione.

Cosa causa le allergie autunnali

Proprio in questo periodo dell'anno c'è il picco dell'ipersensibilizzazione autunnale. "Ci sono ancora alcuni pollini soprattutto ad ottobre, poi a novembre col freddo tendono a spegnersi le pollinazioni – ha spiegato l'esperta – Graminacee tardive, ambrosia e artemisia pollinano tipicamente più al nord Italia nel periodo autunnale, la parietaria invece al centro sud". Ma gli allergeni non sono solo fuori casa, anche dentro: "Sono gli allergeni indoor, cioè gli acari della polvere: risentono dell'accensione dei termosifoni, dell'aumento di umidità, dello smog e delle prime piogge".

Le cause sono molteplici. Sicuramente in parte è questione di predisposizione genetica, ma non solo: "Ci sono dei soggetti più predisposti a sviluppare allergie o ipersensibilità. Anni fa si vedevano di più nei bambini, adesso è tipico anche dell'adulto: probabilmente lo smog e la vita in città non aiutano e quindi avviene questa sorta di polarizzazione verso una risposta del sistema immunitario che va a creare allergia. Quindi in realtà vediamo anche degli esordi più tardivi, anche pazienti di 40 anni. Sicuramente poi il cambiamento climatico non aiuta, perché le stagioni sono completamente sovvertite: non c'è più la tipica alternanza stagionale e quindi anche i pollini non sono più quelli tipici di una volta. C'è quindi uno spostamento della pollinazione anche verso le stagioni più tipicamente autunnali. Infine lo smog tende a peggiorare la percezione del sintomo, perché tende a intrappolare maggiormente gli allergeni nelle vie respiratorie dei pazienti. Soprattutto gli asmatici soffrono di più".

Come riconoscere e trattare le allergie autunnali

Influenza e allergia autunnale sono difficili da distinguere, per lo meno per un occhio non esperto. L'esperta ha chiarito: "Generalmente i sintomi degli allergici sono una rinorrea più acquosa, quindi muco trasparente come fosse acqua, starnutazioni molto impegnative, quindi starnuti uno dopo l'altro. E poi i nostri pazienti allergici ci riferiscono un prurito sia del naso che palatale, in bocca, unito ai sintomi del raffreddore. Si può aggiungere una congiuntivite che può dar fastidio o prurito agli occhi. Potrebbero esserci anche sfoghi cutanei: dermatiti (soprattutto per gli acari e le muffe le vediamo molto molto spesso) o orticarie". In gergo medico si parla di marcia allergica, perché i pazienti spesso esordiscono con una rinite o una rinocongiuntivite e poi subentra l'asma, che è il sintomo più problematico, perché incide sulle vie respiratorie.

Una volta che i pazienti riferiscono questi sintomi al medico, si procede con le dovute analisi, per risalire al responsabile: "Bisogna fare i test per capire a quale allergene il paziente è ipersensibilizzati. Possono essere dei test cutanei in ambulatorio a lettura immediata: mettiamo delle goccine con degli allergeni sull'avambraccio del paziente, aspettiamo 10 minuti e vediamo se si forma un pomfo pruriginoso. Se si forma, in corrispondenza dell'allergene che abbiamo iniettato, capiamo a che cosa il paziente è allergico. Poi ci sono test più specifici, degli esami ematochimici".

Il trattamento può essere di due tipi. Uno è il vaccino: "È molto efficace. Sostanzialmente consente di tornare indietro nell'ipersensibizzazione del paziente. Di base c'è una sorta di errore del sistema immunitario: questo prende un allergene per dannoso quando per l'organismo in realtà non lo è. L'acaro non è dannoso davvero per il nostro organismo: è una reazione sbagliata del sistema immunitario che dà l'allergia. Circa il 95% dei pazienti che viene sottoposto a immunoterapia riesce a far tornare sostanzialmente indietro i sintomi". C'è poi la terapia stagionale: "Prevede antistaminici e spray nasali per la rinite".

Come comportarsi in caso di allergia

Sia dentro le mura domestiche che fuori è possibile avere alcune accortezze per tenere a bada la sintomatologia: "In casa dobbiamo tenere bassa l'umidità per cercare di non far proliferare le muffe e gli acari. Per quanto riguarda le ipersensibilizzazione agli acari consigliamo sempre una serie di presidi come il copricuscino e il coprimaterasso antiacaro. Gli acari sostanzialmente si nutrono delle nostre desquamazioni: forfora, pelle che si stacca. Quindi tendono ad andare soprattutto dove noi stiamo di più: nei nostri letti ci stiamo 7-8 ore al giorno. Quindi sicuramente è importante cambiare spesso le lenzuola, farle areare; anche la luce solare diretta sulle lenzuola aiuta. Per le muffe bisogna ventilare bene i bagni, tenere bassa l'umidità, candeggiare le muffe appena si formano eliminandole sul nascere,  muniti di mascherina. Importante è evitare di stare in posti dove ci sono le foglie che macerano in terra. I filtri del condizionatore andrebbero periodicamente puliti e dovrebbero avere le giuste certificazioni antiallergiche, così come gli aspirapolvere".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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