C’è chi ha paura di lavorare e chi di lavarsi, ecco le fobie più strane che forse non sapevi esistessero

C’è chi sviene alla vista del sangue, chi non riesce proprio a guardare un ragno e chi non può prendere un aereo nemmeno se sedato. Queste sono le fobie cosiddette classiche, ovvero quelle che più o meno conosciamo tutti. Tuttavia, ci sono fobie molto più particolari, addirittura bizzarre, che sono comunque riconosciute. Paura di lavarsi, di dormire, dei soldi o persino del formaggio: esistono persone che vivono ogni giorno con l’ansia situazioni che per altri sono magari banali, o addirittura piacevoli (a chi non piace dormire?). Eppure il loro corpo e la loro mente reagiscono con panico, tachicardia e sudorazione solo al pensiero di trovarsi in quella particolare situazione. Ovviamente, spesso dietro a queste paure si nasconde qualcosa di più profondo, come ad esempio un trauma, un bisogno di controllo o ansia. Ecco allora alcune delle fobie più strane che esistano e che probabilmente non ti aspetteresti mai.
Ablutophobia, la paura di lavarsi
Altro che doccia rilassante: per chi soffre di ablutofobia, l’idea di insaponarsi è un vero e proprio incubo. Questa fobia riguarda la paura di lavarsi o fare il bagno, e può provocare crisi d’ansia, nausea o un panico tale da spingere chi ne soffre a evitare del tutto l’acqua. Di solito nasce nell’infanzia, magari dopo un episodio traumatico, e in alcuni casi può trascinarsi fino all’età adulta. Bisogna quindi riconoscere che l'ablutofobia non equivale assolutamente alla pigrizia.
Somniphobia, cosa succede quando si ha paura di dormire
Per molti, dormire è la parte migliore della giornata: tra power nap, piccole sieste e lunghi weekend di riposo, chi non ama entrare nella fase rem? Per i somnifobici, invece, è il momento più temuto. La loro paura riguarda proprio il sonno, temono di non svegliarsi, di fare incubi terribili o di perdere il controllo. Il risultato è che restano svegli a oltranza, in un mix di insonnia, ansia e stanchezza cronica. Paradossalmente, proprio la mancanza di sonno alimenta l’angoscia e quindi entrano in un circolo vizioso da cui è molto difficile uscire senza un aiuto esperto.
Hippopotomonstrosesquippedaliophobia, la paura delle parole lunghe
Sembra una presa in giro ma non lo è: l’hippopotomonstrosesquippedaliophobia (impronunciabile e illeggibile) è la paura delle parole troppo lunghe. Il nome stesso è una trappola linguistica per chi ne soffre, costretto ad affrontare il proprio incubo già solo per pronunciarlo. Si tratta infatti di un gioco di parole creato per ironia, combinando elementi latini e greci per creare una parola molto lunga : dal latino sesquipedalis (lungo un piede e mezzo) e dal greco phobos ("paura"), e si aggiunge anche hippopotamus (ippopotamo) e monstrum (mostro) per aumentarne la lunghezza. Di solito questa fobia si collega a un’ansia da prestazione o alla paura di sbagliare in pubblico, ma si può superare facendo della terapia costante e molto esercizio.
Nomophobia, quando la tecnologia invade la quotidianità: la paura di restare senza telefono
È la fobia del nostro tempo: la nomofobia, ovvero l’ansia di restare senza smartphone, rete o connessione. Derivante dall'acronimo no mobile phone phobia, si verifica ad esempio quando la batteria che scende sotto il 10% può scatenare panico, sudore freddo e un senso di isolamento totale. È la versione digitale della FOMO, la paura di essere tagliati fuori dal mondo, e riguarda ormai milioni di persone.
Turophobia, chi ha paura del formaggio
Sì, esiste davvero chi ha paura del formaggio e no, non perché è intollerante al lattosio e teme di stare male. E non parliamo nemmeno di una semplice antipatia: i turofobici provano un vero e proprio disgusto e quasi terrore davanti a qualsiasi tipo di latticino, dal gorgonzola al parmigiano. A volte la causa è un ricordo d’infanzia o un odore troppo intenso, altre volte è un trauma alimentare. In ogni caso, per loro una pizza quattro formaggi è praticamente un film dell’orrore di Dario Argento.
Plutophobia, la paura della ricchezza e delle persone ricche
Essere poveri fa paura a molti, ma per i plutofobici è l’esatto contrario: queste persone temono la ricchezza. L’idea di accumulare denaro li mette a disagio, come se la prosperità potesse corromperli o allontanarli dagli altri e allo stesso modo quindi temono chi è già ricco. È una paura che nasce spesso da convinzioni morali o spirituali, ma può anche essere collegata a stress e senso di colpa legati al successo.
Ergophobia, la fantastica paura di lavorare
Può sembrare la scusa perfetta per restare a casa, ma l’ergofobia, ovvero la paura di lavorare o dell'ambiente lavorativo, è una cosa seria. Chi ne soffre vive un’ansia incontrollabile di fronte all’idea di lavorare o di trovarsi in un contesto professionale. Spesso è legata a esperienze negative, burnout o insicurezza personale. Per loro, l’ufficio è un campo di battaglia emotivo, che può creare attacchi di panico insostenibili e forme d'ansia profonde.
Oikophobia, la paura della casa e degli oggetti in essa contenuti
D'altro canto, c'è chi al lavoro sogna di tornare sul divano dopo una giornata passata fuori casa, e chi invece prova terrore solo all’idea. L’oikofobia è la paura della casa, degli spazi domestici o persino della vita casalinga. Può nascere da claustrofobia, isolamento o traumi legati alla famiglia. È una fobia rara ma sorprendente, soprattutto in un’epoca che ci spinge a trovare nella casa il nostro rifugio sicuro, tra netflix and chill e smart working.