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La psicologa spiega la differenza tra amore e innamoramento

Pensavo fosse amore invece era infatuazione, o dipendenza, o innamoramento. Abbiamo chiesto alla psicologa un’analisi di questi sentimenti così complessi.
Intervista a Dott.ssa Lucia Montesi
psicologa, psicoterapeuta
A cura di Giusy Dente
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Ci hanno scritto canzoni, ci hanno immaginato dipinti, sono stati realizzati film e scritti libri, si sono interrogati filosofi, teologi, biologi: tutto per cercare di rappresentare, di spiegare, di capire o di raccontare l'amore. Non è tra i più semplici dei concetti e a complicare le cose, c'è proprio il fatto che è qualcosa di molto sfaccettato: esiste l'infatuazione, esiste l'innamoramento, esiste l'amore tossico a cui troppo spesso ci si aggrappa, incapaci di riconoscerne la negatività. È amore quello tra fratelli, è amore quello che una madre prova per un figlio, ma anche quello verso la persona che scegliamo per la vita. E spesso, così come cambiamo noi, cambia anche il nostro modo di dare e cercare amore: l'euforia (anche sessuale) che si prova con un partner all'inizio lascia poi il posto a sentimenti più concreti, essenziali per poter costruire qualcosa di duraturo. L'idealizzazione cede il posto a una visione più realistica: l'altro non è perfetto, ha dei difetti, esattamente come noi. Fanpage.it ha chiamato in pausa la psicologia per fare chiarezza e capire cosa ci succede quando ci sentiamo spinti verso qualcuno: anche se non sempre è amore.

Che differenza c'è tra amore, infatuazione e innamoramento

Non è tutto amore ciò che luccica. La psicologa, infatti, ha fatto chiarezza distinguendo: "L’innamoramento è una fase temporanea che generalmente precede l’amore, in cui proviamo emozioni molto intense e anche segnali fisici come le famose farfalle nello stomaco, il batticuore, una maggiore energia, un senso di euforia, un calo o un aumento dell’appetito. Pensiamo ossessivamente a quella persona, desideriamo solo stare con lei, la vediamo speciale e non vediamo i suoi difetti. L’innamoramento dura in genere non più di due-tre anni, poi può evolvere nell’amore. L’amore è un sentimento più stabile e duraturo rispetto alle emozioni travolgenti dell’innamoramento. L’amore è più realistico, meno cieco dell’innamoramento perché ci fa percepire anche i difetti dell’altro e si caratterizza per una maggiore progettualità, un impegno costante nel tempo nel prenderci cura dell’altro. L’infatuazione può essere definita come un fuoco di paglia: rispetto all’innamoramento è più superficiale, non si trasforma in amore ma tende a svanire più facilmente: è più focalizzata sull’attrazione fisica e sessuale, è basata su un’idealizzazione particolarmente intensa e così come rapidamente si sviluppa, altrettanto rapidamente si dissolve".

Queste fase cambiano leggermente a seconda dell'età, che ha un suo ruolo: "L’innamoramento può avvenire a qualsiasi età con manifestazioni simili. In età anziana, ad esempio, è possibile provare le stesse emozioni travolgenti degli innamoramenti giovanili, con in più il vantaggio che una persona anziana ha vissuto più a lungo ed è più consapevole dei suoi bisogni e di quali aspettative può riporre in una relazione. Negli adolescenti l’innamoramento ha manifestazioni particolarmente intense, l’idealizzazione dell’altro è ancora più marcata, prevale la componente dell’attrazione sessuale mentre è meno forte è quella della progettualità".

Non sempre l'amore è sano

La cronaca ci porta quasi quotidianamente all'attenzione episodi di femminicidi e violenza, che rappresentano l'apice di situazioni di coppia difficili, basate su dinamiche per nulla sane, che nulla hanno a che vedere con l'amore. A volte con l'altro si instaura, più che un sano rapporto fondato su rispetto, affetto, condivisione, soltanto una dipendenza affettiva, che serve a colmare dei vuoti. A tal proposito la psicologa ha chiarito: "Un certo grado di dipendenza dall’altro è normale in una relazione, specialmente nella fase di innamoramento, ma poi dovrebbe gradatamente diminuire. La dipendenza si manifesta con un bisogno compulsivo dell’altro: tutte le energie sono indirizzate a soddisfarlo, ad averlo vicino, a controllarlo e a non perderlo. Tutto il resto viene annullato per concentrarsi sulla relazione. Chi è dipendente affettivamente ha il terrore dell’abbandono, pensa di non poter sopravvivere senza l’altro, dalla cui approvazione dipende per la sua autostima e purtroppo tende a legarsi a partner anaffettivi e sfuggenti, che confermano la visione negativa che ha di sé come persona non meritevole di essere amata".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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