Sinner svela cosa dice nei saluti a rete: “Sempre lo stesso a ogni avversario, ho solo 2 secondi”

Jannik Sinner ha sempre un comportamento impeccabile in campo. Che sia Wimbledon, tempio del tennis e della tradizione, o altrove, non cambia nulla per il numero uno al mondo. Mai un atteggiamento fuori posto, o una reazione eccessiva per il campione italiano dall'inizio alla fine dei match. E a proposito delle chiusure delle partite, Sinner mantiene sempre un atteggiamento correttissimo con i fatti e con le parole.
Jannik Sinner impeccabile a Wimbledon e non solo, come saluta i suoi avversari a rete
Quando si congeda dai suoi avversari, Jannik è sempre molto cordiale. Sa di avere pochi secondi a disposizione il tennista italiano prima del ritorno in panchina, e poi negli spogliatoi. Per questo cerca di sfruttarli al massimo per mostrarsi gentile, coerentemente con quello che prevede il "galateo" del tennis. Durante un'intervista concessa ai canali ufficiali di Wimbledon, Sinner è stato stuzzicato sul saluto speciale con il suo rivale Alcaraz dopo l'epica finale del Roland Garros.

Le parole di Sinner dopo le partite
Un'occasione per estendere il discorso a quanto accade al termine di ogni match e non solo in situazioni "memorabili": "Cosa ho detto a Carlos? Sai, sono pochi secondi e di solito ti ritrovi a dire sempre la stessa cosa: ‘Partita incredibile, buona fortuna per la fine della stagione'. È sempre così".
Un gentleman Sinner, che sia in caso di vittoria (molto più probabile) che di sconfitta non cambia il suo modo di salutare gli avversari. Spesso però il suo modus operandi deve fare i conti anche con quello di chi condivide il campo con lui. E in questi casi allora, Sinner deve cambiare in corsa: basti pensare a quella volta in cui Bublik lo sorprese definendolo "non umano", dando il là a uno scambio poi diventato virale.
Quello che è certo è che comunque niente può cambiare Jannik Sinner, che non smette mai di guardarsi indietro: "Come dico sempre, tutto quello che sto vivendo e che ho ottenuto è qualcosa che non avrei nemmeno osato sognare. Non sarebbe mai potuto sembrare reale. E ora sono qui. Forse è proprio la mia mentalità: essere felice, anche quando perdi qualche partita. Devi sempre ricordare da dove vieni".