Sinner ridacchia su Papa Leone: “Con lui in campo non penso che il risultato sarebbe lo stesso”

Jannik Sinner appare davvero sereno e rilassato dopo il suo ritorno in campo che ha chiuso definitivamente la pagina per lui dolorosa della positività al Clostebol e della conseguente squalifica di tre mesi patteggiata con la WADA. Avevamo lasciato il numero uno al mondo imbattibile all'Australian Open, lo ritroviamo al massimo delle sue abilità al Roland Garros, dopo il ‘rodaggio' della finale di Roma persa con Alcaraz. In attesa di sfidare Andrey Rublev negli ottavi, il 23enne altoatesino è stato intervistato da ‘TNT Sports' e la chiacchierata è stata all'insegna delle risate, in particolare quando si è parlato di Papa Leone XIV, che è un grande appassionato di tennis e che Sinner ha incontrato in udienza privata a metà maggio assieme alla sua famiglia.

"Ho incontrato persone importanti durante la mia giovanissima carriera, ma questa è stata una cosa molto, molto speciale – ha detto al riguardo Sinner – Non sapevo esattamente cosa dire e come comportarmi, erano tante cose insieme, ma è stato molto speciale e questo resterà per sempre con me. Di solito i miei genitori non si presentano mai a nessun tipo di evento, erano super emozionati, ne parlavano da giorni e giorni. Le persone vanno da loro e chiedono: ‘Allora com'è stato?'. È stata davvero un'esperienza incredibile, ovviamente anche per me".
L'intervistatore allora ha chiesto a Sinner come si sarebbe comportato qualora in campo ci fosse stato il Papa al posto di Lehecka, spazzato via nel terzo turno di Parigi: "Lo avresti fatto vincere? Ci saresti andato piano?". Jannik ha ridacchiato e ha fatto capire che certamente non lo avrebbe preso a pallate come fa con tutti i suoi colleghi tennisti: "Non penso che il risultato sarebbe lo stesso… Se mi tirasse un dritto potente sulla linea? Allora gli direi ‘congratulazioni', cos'altro potrei dire".
Il discorso si è fatto più serio quando a Sinner è stato chiesto del confronto coi ‘Big Three': "Non penso che si possa ancora paragonare me e Carlos a Rafa, Roger, Novak. Penso che siamo ancora troppo giovani… Abbiamo giocato solo un paio di stagioni ad altissimo livello e dobbiamo ancora dimostrare tutto. Io voglio solo sentirmi ben preparato, poi in ogni situazione so più o meno cosa fare. Certo, il tennis è uno sport molto imprevedibile. Devi trovare soluzioni a volte, ma è anche una bella sensazione perché significa che sei nel posto giusto. Penso che tra i quattro tornei del Grande Slam qui a Parigi hai i maggiori alti e bassi, perché il campo può cambiare così tanto da un giorno all'altro. Quindi qui devi essere mentalmente pronto per tutto, e poi le cose possono cambiare anche durante la partita, non solo durante il giorno. Qui è molto difficile, ma mi piace l'atmosfera. È molto bella e ho ricordi molto speciali dell'anno scorso, quando sono diventato il numero uno al mondo".