Shelton è una furia a Wimbledon, ma l’arbitro è inflessibile e applica la regola sull’oscurità

Le regole vanno applicate in modo assoluto. Ma ci sono quelli che sostengono che ci sono delle piccole sfumature nelle regole. Ben Shelton a Wimbledon si è trovato di fronte un arbitro inflessibile che allo scoccare delle 21:30 locali ha sospeso per oscurità l'incontro dell'americano con Hijkata per oscurità. Sospensione da regolamento, che però è stata conclamata prima che l'americano servisse per il match. Shelton non l'ha presa bene.
La regola sull'oscurità a Wimbledon
A Wimbledon solo sui due campi principali c'è l'illuminazione e questo significa che su tutti gli altri campi le partite, se in corso, possono essere sospese per oscurità. Le 21:30 locali (le 22:30 italiane) sono il limite. Ma si sa che il regolamento viene applicato in modo diverso da arbitro ad arbitro. Basta pensare a quanto accaduto in Fritz-Mpetshi Perricard, sospesa quando c'erano ancora 40 minuti a disposizione.

Shelton deve servire per il match e l'arbitro sospende la partita
Shelton-Hijkata era una delle poche partite scontate di questo secondo turno. Troppo il divario tra i due, tra gioco e pesantezza di palla l'australiano non aveva chance. L'americano, numero 9 al mondo, che potrebbe incrociare Sinner nei quarti di finale, ha vinto velocemente i primi due set e nel terzo ha preso un break di vantaggio, quando si è portato sul 5-4 sapeva di essere a un passo dalla chiusura, ma l'arbitro inflessibile ha sospeso l'incontro, per l'esattezza alle 21:29. Sospensione per oscurità, anche se si vedeva ancora piuttosto bene.
Venerdì Shelton in campo con Hijkata, forse solo per un game
Stop che ha fatto perdere le staffe a Shelton, che ha chiesto l'intervento del supervisor, che generalmente fa sempre da spalla all'arbitro. Decisione irrevocabile, i tennisti prendono la propria roba e vanno via. Si ricomincia domani, cioè venerdì 4 luglio, attorno le 14, con Shelton che può provare a chiudere l'opera in un paio di minuti, o forse pure meno.